admin

Home » Archivi per admin » Pagina 7

Circa admin

Questo autore non ha riempito alcun dettaglio.
Finora admin ha creato 138 post nel blog.

Virus e oncogeni

2023-05-17T12:00:13+02:00

Virus e oncogeni

INFEZIONI VIRALI ED ENZIMOPATIA

PREMESSA
tutte le proteine degli esseri viventi superiori, dalla primaria alla quaternaria, sono costituite da amminoacidi “L ” cioè amminoacidi levogiro. Gli amminoacidi “D” Si trovano nei parassiti: virus, batteri ecc., le difese immunitarie, gli enzimi costituiti da amminoacidi L non hanno le tasche per digerire gli amminoacidi dei parassiti.
Citozeatec utilizza enzimi con amminoacidi L che producono componenti “zuccherini” con strutture levogiro; tali zuccheri (veri trojan) vengono utilizzati dai virus patogeni ecc. e non essendo compatibili, per l’assenza degli enzimi “L” levogiro, si autodistruggono.

Sappiamo che i virus, per completare il loro ciclo vitale, utilizzano enzimi. Gli enzimi sono glicoproteine espresse in modo tipico sulla superficie dei virus, per es. influenzali, e necessarie per la penetrazione del virus stesso all’interno delle vie respiratorie. Di fondamentale importanza per molti microorganismi è l’adesione alle cellule per riuscire a penetrare e potere compiere all’interno della cellula ospite il proprio ciclo replicativo. Nel caso del virus dell’influenza, all’interno di quello che viene comunemente chiamato envelope del virus (rivestimento esterno membranoso, tipico dei virus animali, che ha generalmente origine dalla membrana nucleare o plasmatica della cellula ospite) sono contenuti gli enzimi emoagglutinina e neuraminidasi, per cui i virus si servono degli enzimi per il completamento del loro ciclo vitale. In questo caso parleremo di enzimi patogeni.
La replicazione virale può avvenire in maniera fedele oppure no, cioè può subire delle modificazioni (mutazioni). La loro capacità di mutare è la loro abilità nel sapersi adattare al contesto dell’organismo infettato, potendo cambiare in base alle necessità. Questo determina la resistenza ai trattamenti e presidi terapeutici messi comunemente in atto (terapia antivirale, analgesica, antipiretica, antiinfiammatoria e l’antibioticoterapia), con la conseguenza di effetti collaterali grazie al loro uso cronico e protratto nel tempo.
Invece, da ricerche ed esperienze cliniche possiamo concludere che l’utilizzo dei componenti enzimatici, cioè componenti (sinistròrso) ottenuti dalla sintesi degli enzimi specifici con efficacia assoluta contro patogeni (sinistròrso che destrorso) i prodotti della Citozeatec sono paragonabile ad una comune vite con possibilità di avvitarsi sia a destra che a sinistra. Quello che manca ai farmaci.
I componenti enzimatici quindi impediscono al virus di prendere il controllo della cellula bloccando la sintesi del genoma virale e la progressione del virus nei primi stadi della malattia, con miglioramenti della sintomatologia. Inoltre anche quando la malattia è già conclamata, i componenti sono comunque in grado di agire sui sintomi e sulle manifestazion del virus (es.influenzale).

Gli amminoacidi proteici sono delle molecole biologiche formate da un carbonio centrale che lega quattro sostituenti: un idrogeno, un gruppo carbossilico, un gruppo amminico e una catena laterale R che è la catena variabile. E’ proprio questa catena a determinare le differenze dei vari amminoacidi e quindi le proprietà chimiche e fisiche degli stessi.
Un primo gruppo di amminoacidi è dato dall’amminoacido avente R apolare, un esempio è l’alanina. Questi amminoacidi sono molto particolari perché all’interno delle proteine tendono a disporsi in modo tale da non venire a contatto con l’acqua e le loro catene laterali formano interazioni idrofobiche l’una con le altre, in modo da minimizzare il contatto con l’acqua. Sono inoltre gli amminoacidi che troviamo a livello delle proteine integrali di membrane, nella parte in cui la proteina deve attraversare il doppio strato fosfolipidico, che caratterizza la specificità delle membrane e quindi della cellula.
Un secondo gruppo di amminoacidi è dato dagli amminoacidi avente catena R aromatica, un esempio è la fenilalanina.
Questi amminoacidi vengono utilizzati in vari enzimi e quindi presenti in varie tasche enzimatiche per svolgere funzioni differenti.

Altra categoria:
Amminoacidi avente catena R polare, un esempio è la serina, avente un gruppo ossidrilico che dà la polarità all’amminoacido.
La serina è molto importante sia nelle proteine che negli enzimi perché rappresenta il sito prediletto per la fosforilazione della proteina. La fosforilazione o la defosforilazione di una proteina è molto importante nel processo di regolazione della proteina stessa. Amminoacidi con R carichi positivamente, un esempio è la lisina, questi amminoacidi si trovano nelle tasche enzimatiche di diversi enzimi e solitamente riescono a cedere protoni al substrato.
Grazie a questa cessione si altera la configurazione del substrato e la trasformazione del prodotto.
Infine vi sono amminoacidi con R carichi negativamente, un esempio è l’aspartato, qui il discorso è speculare rispetto ai carichi positivamente, anche amminoacidi come l’aspartato si trovano in diverse tasche enzimatiche e riescono a rimuovere proteine dal substrato, modificandolo e quindi facilitando la trasformazione in prodotto.
Guardando quindi il mondo degli amminoacidi possiamo distinguere gli amminoacidi naturali e non naturali detti anche sintetici che vengono utilizzati in vari settori come alimentare, chimico, farmaceutico ecc.
Nell’ambito dei naturali c’è da fare un’ulteriore distinzione tra i proteici ca. 20 che sono quelli ai fini biologici e i non proteici che sono maggiore di 500 a mio avviso siamo nell’ambito degli amminoacidi modificati geneticamente (OGM), gli esseri umani non dispongono enzimi per trasformare OGM.
Sempre nell’ ambito dei proteici poi ci sono gli essenziali e i non essenziali.
Va notato che gli amminoacidi sono delle vere molecole chirali perché c’è un carbonio centrale e quattro sostituenti intorno, in realtà questo vale per tutti gli amminoacidi proteici fatta eccezione per la glicina.
La glicina presenta nella catena R un atomo di idrogeno e quindi non abbiamo 4 sostituenti diversi ma 3 perché esiste già l’idrogeno alla terza posizione.
Questo ci fa capire che la glicina potrebbe essere l’anello debole della catena amminoacidica che, se alterata, subisce trasformazioni
tali da modificare lo stato fisico chimico della funzionalità, sia dell’enzima che della proteina e di conseguenza la trasformazione della genetica dell’essere vivente, animale o vegetale.
Questo ci deve far riflettere sull’utilizzo dei farmaci che potrebbero modificare profondamente l’esistenza di una cellula.
Gli amminoacidi naturali appartengono alla serie L (levogiro) piuttosto che alla serie D (destrogiro). La cosa fondamentale è che abbiano tutti la stessa configurazione perché così possono costruire proteine con una struttura ben definita. Infatti, basta un solo amminoacido D in un punto critico di una proteina perché questa assuma una conformazione errata e diventi inattiva.
In natura gli amminoacidi D si incontrano molto raramente. I batteri, per esempio, utilizzano D-alanina per costruire un breve tratto della loro parete cellulare chiamata paptidoglicano, ma non sintetizzano D-alanina in modo diretto, la ottengono isomerizzando la normale

L-alanina.

Nelle proteine sono presenti 20 diversi amminoacidi più alcuni amminoacidi speciali (selenocisteina e selenometionina) sintetizzati solo per realizzare alcuni enzimi anti radicali liberi.

LA BIOGENESI NEGLI ENZIMI
Confermata dai “mattoni” della vita scoperti nel meteorite
caduto il 28 Settembre 1969 a Murchison – Australia

Gli enzimi sono formati da amminoacidi, grazie al legame di questi amminoacidi il legame si chiama legame peptidico.

Nel legame peptidico il gruppo carbossilico di un amminoacido
ed il gruppo amminico di un altro amminoacido
(di formula generica NH2CHRCOOH),
si legano fra di loro con l’eliminazione di una molecola d’acqua,
la molecola che si viene a formare è un legame di tipo amminico,
in quanto il gruppo carbossilico dell’amminoacido perde il gruppo OH

e lega l’azoto (N), si è quindi formato un residuo carbossilico ma con una catena amminica.

Se si analizza la disposizione degli elettroni nel legame peptidico, si riscontra che il carbonio ha un doppio legame con l’ossigeno e quindi due doppietti e l’ossigeno libero. L’azoto (N) ha tre legami e un ulteriore doppietto, ha una configurazione elettronica con due elettroni nell’ orbitale “S” e tre elettroni nell’ orbitale “P”. Nulla vieta all’ azoto di ribaltare i suoi doppietti elettronici e quindi utilizzarli per legare il carbonio, costringendolo a sostituire il doppietto elettronico dell’ossigeno (O,). Il carbonio (C) non può formare cinque legami, se forma un doppio legame con l’azoto lo deve rompere necessariamente dall’ altra parte.
Si viene quindi a formare un intermedio di questo tipo:
l’azoto ha un doppio legame con il carbonio mentre l’ossigeno ha necessariamente un doppietto elettronico in esuberanza; l’azoto avrà quindi una parziale carica positiva e l’ossigeno una parziale carica negativa.
Possiamo quindi affermare che il legame peptidico è un legame in risonanza perchè nulla vieta all’ ossigeno di ribaltare il suo doppietto e quindi tornare al legame precedente.
A uno scienziato italiano spetta il merito di aver per primo iniziate le ricerche in tal campo. Fu infatti Lazzaro Spallanzani che nel 1765 mostrò brillantemente l’azione solvente del succo gastrico sulla carne. Per quanto egli avesse precisati alcuni particolari, non poté tuttavia valutare, a causa dei mezzi rudimentali di cui allora si disponeva e delle scarse cognizioni di chimica del tempo, la vasta portata della sua scoperta.

Meteorite caduto a Murchison

Un esemplare del meteorite esposto al
National Museum of Natural History di Washington

Si tratta di una delle meteoriti più studiate, poichè Contiene oltre 100 diversi amminoacidi, composti organici complessi che sono alla base della vita.

La domanda che sorge spontanea è: considerando che gli amminoacidi sono componenti proteici, e quindi biologici, come mai non si sono disintegrati alle temperature così elevate? E’ come ottenere il possibile dall’ impossibile; quando le condizioni lo permettono riprendono poi a funzionare per la vita di tutti gli esseri viventi (proteine,enzimi ecc.).
Se una proteina è mal ripiegata o se c’è un problema nel ripiegamento della proteina si possono instaurare delle condizioni patologiche anche molto gravi, un esempio è l’encefalopatia spongiforme bovina, comunemente conosciuta come mucca pazza, in cui una proteina un prione cioè una proteina in grado di determinare una patologia, assume un ripiegamento non corretto; questo ripiegamento non corretto induce anche altre proteine sane a ripiegarsi in maniera anomala. Questo ha un effetto dannoso sulle cellule neuronali che iniziano a morire determinando al esame istologico la comparsa di tanti spazi bianchi che danno al vetrino un aspetto a spugna, da cui spongiforme. Tutti quegli spazzi bianchi sono pezzi di tessuto che non ci sono più perché sono pezzi di tessuto che sono andato a morire, la mucca pazza porta ad una degenerazione neuronale progressiva.
L’ultimo grado dell’ organizzazione delle proteine è la struttura quaternaria, che è una struttura che non hanno tutte le proteine, ma soltanto alcune.
La struttura quaternaria si viene ad instaurare nel momento in cui più strutture tridimensionali terziarie interagiscono fra di loro per determinare una sorta di super struttura:
il classico esempio è l’emoglobina.
l’emoglobina è formata da quattro proteine diverse ognuna per la propria struttura terziaria che interagiscono fra di loro formando una super struttura che è quella quaternaria.
In questa ottica anche il collagene è una super struttura quaternaria che è data da proteine che si superavvolgono più e più volte su di loro, determinando una struttura che le comprende tutte.
Una proteina può anche perdere la sua struttura tridimensionale, il processo che porta alla perdita della sua tridimensionalità prende il nome di denaturazione.
La denaturazione può avvenire per vari motivi, o per una variazione di PH o per molecole ionizzanti: alfa, beta, neutroni o per farmaci, chemioterapia, radioterapia, radioattività ecc. quello che succede quindi è che l’interazione che garantiva una struttura tridimensionale, come per esempio l’interazione elettrostatica, a causa della tossicità viene meno. Otteniamo quindi la proteina nella sua struttura primaria, senza le interazioni che aveva prima, ciò che è particolare però è che se ad una proteina denaturata vengono forniti componenti enzimatici la proteina riassume esattamente la conformazione tridimensionale che aveva prima.
Questo ci fa capire che quando una proteina fa un ripiegamento non esplora casualmente tutte le combinazioni possibili, ma i componenti enzimatici gli permettono di esplorare una sola conformazione tridimensionale che è poi quella funzionale; questo è il motivo per cui le proteine poi si ripiegano in poco tempo perché come ci insegna il paradosso di Levinthal: se le proteine dovessero esplorare tutte le configurazioni possibili impiegherebbero, per trovare la conformazione giusta, un arco di tempo maggiore dell’ età dell’ Universo, quindi impossibile.

I quattro gruppi sostituenti diversi di ciascun amminoacido possono disporsi nello spazio in due modi diversi, che sono le immagini speculari non sovrapponibili l’uno dell’altro (forme L e D).

le proteine che costituiscono le difese immunitarie gli enzimi ecc. non sono ingrado di fermare i virus costituiti da amminoacidi D, come già detto in precedenza i virus si indirizzeranno verso gli acidi Nucleici in quanto gli Acidi nucleici DNA, RNA , ecc. sono zuccheri cercato dai parassiti.
La Citozeatec nel proprio impianto industriale produce componenti elaborato da enzimi sinistrorso zuccherini paragonato agli zuccheri presenti negli acidi desossiribonucleici capace di rompere gli amminoacidi D dei virus.

Virus e oncogeni2023-05-17T12:00:13+02:00

La fibromialgia e le cause che la determinano

2023-05-17T11:57:58+02:00

La fibromialgia e le cause che la determinano

Quasi tutte le cellule del corpo umano posseggono organuli coinvolti nel movimento; di questi i più importanti sono i complessi sistemi interattivi dei filamenti di actina e miosina, che in molte cellule servono a mantenere la forma o determinare lenti movimenti come quelli osservati nei movimenti cellulari o nel corso di trasformazioni morfogenetiche che avvengono nei tessuti embrionali.
In altre cellule, specializzate nell’esecuzione dei movimenti più potenti e più rapidi, l’actina, la miosina ed altre proteine, loro associate, sono presenti in alta concentrazione e vengono utilizzate per produrre contrazioni efficienti e lineari.
Tali cellule sono i miociti (cellule muscolari) che quando sono riunite in gruppi distinti, formano i muscoli; i miociti derivano, in varie sedi dell’organismo, dai mioblasti, tali cellule sono di origine mesenchimale  e possono differenziarsi in una di tre possibili linee cellulari per formare: miociti del muscolo scheletrico, del muscolo cardiaco o del muscolo liscio.   Vedi figura.

rappresentazione schematica dei tipi più importanti della muscolatura che illustra le caratteristiche morfologiche più salienti, compreso la loro innervazione (in rosso).

(A) fibre muscolari striate, raccolte in un gruppo di tre elementi (sopra) circondate da cellule satelliti, e fuso muscolare contenente fibre intrafusali (in basso).
(B) muscolatura cardiaca con cellule del miocardio comune (miociti) più piccole, cellule di Purkinje del tessuto di conduzione, più grandi e cellule nodali arrotondate.
(C) Cellule muscolari lisce.

Muscolo scheletrico

Le unità costitutive del muscolo scheletrico sono le fibre muscolari; ognuna di essa ha una struttura allungata cilindrica delimitata da una membrana plasmatica (sarcolemma) che racchiude numerosi nuclei e una quantità relativamente abbondante di citoplasma (sarcoplasma).
Molte fibre muscolari sono raggruppate in fascetti di grandezza e distribuzione diversa e ogni singolo muscolo può essere costituito da molti fascetti.
Una guaina di tessuto connettivo avvolge le differenti parti che costituiscono il muscolo; la delicata rete che circonda e riempie gli spazi esistenti fra le fibre muscolari è indicata nel suo insieme con il termine di endomisio; il perimisio, una guaina di tessuto connettivo più robusto, circonda ogni singolo fascio primario, che è anche in continuità con i setti perimisiali, che penetrano all’interno del muscolo e il tessuto connettivo che si trova esternamente al muscolo.
Si è visto, al microscopio elettronico, che le miofibrille del muscolo scheletrico, sono divise trasversalmente in unità disposte in serie e chiamate sarcomeri, ognuno dei quali, nel muscolo a riposo, è lungo circa 2,5 µm ed è composto da due principali tipi di filamenti, rappresentati dalla miosina, filamenti di circa 12 µm di spessore, dalla actina, filamenti di circa 6 µm di diametro.
I filamenti di miosina corrispondono alla banda A della microscopia ottica; i filamenti di actina sono attaccati per una estremità ad una banda Z e con l’altra si interdigitano con i filamenti di miosina; la banda I corrisponde alle regioni adiacenti di due sarcomeri, dove i filamenti di actina non sono presentati.   Vedi figura.

schema dell’organizzazione dei sarcomeri nel muscolo scheletrico e cardiaco e delle modificazioni che hanno luogo durante l’accorciamento.

Contrazione muscolare e motalità cellulare.

Tutti i muscoli producono movimento con contrazione attiva che si ottiene mediante un sofisticato e potente apparato proteico intracellulare che, in una forma più rozza, genera movimenti in quasi tutte le cellule.
Il più potente di tutti è il muscolo scheletrico, nel quale l’apparato contrattile è così perfettamente organizzato che il suo meccanismo d’azione si riflette esattamente nella sua ultrastruttura.
Per circa 2/3 della fibra muscolare è costituita da miofibrille, lunghi elementi cilindrici del diametro di 1-2 µm che si estendono per l’intera lunghezza della cellula; esse sono le unità contrattili delle cellule muscolari; sono chiaramente visibili al microscopio ottico e le conferiscono un aspetto striato a bande.
Ciascuna delle unità regolarmente ripetute, o sarcomero, è lunga circa 2,5 µm; ogni sarcomero contiene due gruppi di filamenti proteici paralleli che in parte si sovrappongono: i filamenti spessi (lunghi ciascuno circa 1,6 µm e con un diametro di 15 nm), che si estendono da una estremità all’altra della banda A e i filamenti sottili (lunghi ciascuno circa 1 µm e con un diametro di 8 nm) che si estendono attraverso la banda I e in parte entrano nella banda A.

La fibromialgia e le cause che la determinano2023-05-17T11:57:58+02:00

8 dicembre 2019, Landau – comunicato stampa: Citozeatec si fa strada oltralpe

2023-02-09T15:40:16+01:00

8 Dicembre 2019, Landau – comunicato stampa: Citozeatec si fa strada oltralpe

Il Convegno, con la presenza di oltre 200 medici e professionisti del settore, è stato presentato dalla società Svizzera http://www.holisticcenter.ch oratore Dr.med. Manfred Doepp Abtwil (CH) sulle tematiche dell’ enzimologia biodinamica con prodotti ottenuti da una particolare tecnologia.

Durante il convegno sono state esposte le ricerche internazionali e le teorie derivanti dalla pluriennale esperienza di Pasquale Ferorelli che, affrontando ricerche in ambito enzimologico, è riuscito ad ottenere prodotti in grado di modulare l’attività enzimatica e di ripristinare le vie metaboliche cellulari. Dagli studi di Ferorelli si evince come tutte le patologie oncologiche, virali, diabetiche e neurodegenerative siano riconducibili ad un unico comune denominatore: l’enzimopatia. Per migliorare lo stato di salute del paziente ed intervenire sulla malattia è necessario agire sugli enzimi, unici attori protagonisti delle reazioni biochimiche che avvengono nella cellula, assumendo difatti il ruolo di “unità funzionale del metabolismo”. Quanto sopra descritto è evidenziato dai numerosi casi clinici condotti da medici, che tramite la loro pratica, convertono tali teorie scientifiche in pratica ambulatoriale e routinaria. Infatti, è stato possibile osservare risultati positivi nell’ambito della rigenerazione cellulare, evidenziando due casi in cui si è ottenuta una restitutio ad integrum della falange del dito della mano di una bambina di 3 anni e di un paziente di 70 anni in cui è stato possibile osservare la mancanza di tessuto fibrotico e la presenza delle impronte digitali. Ulteriore caso sottoposto alla platea, riguardava l’ambito oncologico e precisamente una donna affetta da tumore alla mammella, necessariamente, agli occhi dei medici, operabile tramite mastectomia poiché la massa tumorale era evidente sia al tatto che alla vista. Sottoponendo la paziente a trattamento tramite prodotti Citozeatec si sono osservati, a distanza di 6 mesi, miglioramenti in termini di regressione del tumore e delle metastasi epatiche e polmonari. Ad oggi, osservando la foto, che provoca stupore paragonandola al contesto di partenza, la paziente è salva da mastectomia e da progressione tumorale. Dai numerosi convegni internazionali, dai casi clinici risolti e soprattutto dalla partecipazione di ricercatori e medici afferenti agli istituti universitari ed ospedalieri di tutto il mondo, si evidenzia come il mondo medico-scientifico estero è consapevole che Citozeatec mette a disposizione le proprie competenze nel campo enzimologico per la salute del paziente. Purtroppo, nell’era dei cervelli in fuga, le migliori menti e le migliori aziende sono costrette ad emigrare affinché le loro intuizioni e le capacità trovino terreno fertile dove attecchire. Citozeatec è consapevole di tale fenomeno e lo vive quotidianamente rispondendo alle numerose richieste che provengono dall’estero, sia in ambito di collaborazione scientifiche che di casi clinici sottoposti. È piacevole osservare come il mondo valuti positivamente Citozeatec invitandola fortemente alla partecipazione a convegni e seminari, ma come in ogni cosa si osserva il rovescio della medaglia e dispiace scoprire che alcuni pazienti italiani utilizzino prodotti Citozeatec prescritti loro da medici esteri. Citozeatec, forte di un vivo orgoglio patriottico, non smetterà mai di lottare contro tale fenomeno e cercherà sempre di apportare risorse potenziali al territorio italiano provando ad uniformare la consapevolezza che agire sugli enzimi è possibile e che non è corretto parlare di patologie bensì di enzimopatie.

Peschiera Borromeo, 11 Dicembre 2019

8 dicembre 2019, Landau – comunicato stampa: Citozeatec si fa strada oltralpe2023-02-09T15:40:16+01:00

16 novembre 2019, Genova – Santuario della Madonnetta

2023-02-09T15:40:45+01:00

16 Novembre 2019, Genova – Santuario della Madonnetta

Sabato 16 Novembre 2019, Citozeatec, azienda leader nel settore dell’enzimologia biodinamica, ha organizzato, un convegno con il ruolo di approfondire l’importante funzione svolta dagli enzimi. Essi sono i catalizzatori di tutte le reazioni biochimiche che avvengono nella cellula e per questo assumono il ruolo di “unità funzionale del metabolismo”. Location del convegno è stata il Santuario della Madonnetta (www.santuariomadonnetta.it), Santuario ufficiale della Repubblica di Genova e fulcro della vita pubblica e religiosa, eretto in soli 15 mesi di lavoro ed inaugurato il 15 Agosto 1696. Il suggestivo Santuario della Madonnetta ha fatto da cornice ad un momento di riflessione medico- scientifica, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita dell’essere umano nel pieno rispetto delle leggi della Natura. Allo scienziato italiano Lazzaro Spallanzani, precursore dell’enzimologia moderna, spetta il merito di aver per primo iniziato le ricerche in ambito enzimologico. Su questa scia Pasquale Ferorelli ha sequenziato gli enzimi ottenendo i componenti funzionali per le cellule. Oggi è così possibile apprezzare la vasta entità delle scoperte di Spallanzani nell’ambito di malattie oncologiche, virali, diabetiche e degenerative, apparentemente di diverse origini, tipi e natura, ma tutte riconducibili all’unico comune denominatore: le enzimopatie. Infatti, Citozeatec, utilizzando le più avanzate biotecnologie industriali a conversione enzimatica sequenziale riesce ad ottenere componenti cellulari in grado di modulare l’attività enzimatica, organizzando i metabolismi bioenergetici ed apportando energia metabolica tale da permettere alla cellula di reagire agli insulti provenienti sia dai fattori esterni che interni, come può essere la presenza di processi flogistici che sovente si perpetuano cronicamente nel nostro organismo. Al convegno ha preso parte una platea composta da professionisti del settore oncologico, cardiovascolare, omeopatico ed universitario: figli d’arte e con alle spalle esperienze che si perpetuano da generazione in generazione, biologi e laureati successivamente in medicina e che hanno dedicato il loro tempo alla vita sacerdotale.

Dicono che la macchina perfetta non esiste!

Dovremmo osservare noi stessi per capire che l’energia non viene persa, né si produce, ma viene trasformata. E tutto ciò che ci permette di sopravvivere è legato all’instancabile ruolo svolto dagli enzimi. Essi, organizzati in sequenze, catalizzano le numerose reazioni attraverso le quali le sostanze nutrienti sono degradate, estraendone energia e piccoli precursori che sono a loro volta utilizzati per la sintesi di molecole indispensabili a tutte le funzioni vitali. Così come lo stesso Ferorelli ha tenuto a sottolineare, osservando la vita ed il turbinio di energia che dal sole fluisce verso le piante e gli animali e che si modifica tramite reazioni chimiche, possiamo considerare che alla base di tutto ci sono gli enzimi e la straordinaria trasformazione dell’energia che è la funzione primaria di ogni essere vivente. Osservando il ruolo degli enzimi e conoscendo le loro attività possiamo chiaramente entrare nella consapevolezza che ciò che noi chiamiamo malattia, altro non è che un disordine enzimatico causante uno scompenso energetico che è necessario riorganizzare affinché le cellule del nostro corpo possano nuovamente svolgere la loro corretta attività. Una prova di ciò è rappresentata dai tanti studi clinici presentati durante il congresso, dove è stato possibile osservare, ad esempio, più casi relativi alla rigenerazione cellulare: dalla completa rigenerazione della prima falange dell’indice della mano destra di Clizia, una bambina di 3 anni all’ osservazione della “restitutio ad integrum” di una ferita causata da incidente con motosega in cui erano stati danneggiati nervi e tendini. Inoltre, a lasciar basiti i ricercatori, la possibilità di ottenere spiegazioni attraverso le ricerche scientifiche condotte dalle diverse Università Italiane ed Estere con cui collabora Citozeatec. Infatti, ogni caso clinico riportato è seguito dalle ricerche condotte in linea sperimentale e che rendono coscienti della reale potenzialità fornita dalle Componenti Biodisponibili Citozeatec. Nel caso della rigenerazione tissutale è stata discussa la ricerca condotta su sistema murino che prevedeva la rigenerazione del midollo spinale e portata a termine con importanti risultati. Gli stessi evidenziati sugli esempi dei pazienti trattati e discussi precedentemente.

Osservando le ricerche e i casi clinici risolti, una dottoressa facente parte della platea e con alle spalle anni di esperienza medica praticata (anche su malattie lebbrosarie) in Africa e Russia, ha deciso di apportare il suo contributo durante la presentazione discutendo estemporaneamente un caso di un suo paziente affetto da piaga da decubito e migliorato in seguito all’applicazione dei prodotti Citozeatec.

Ulteriore tematica che si è voluta affrontare è stata quella oncologica. Ferorelli ha riportato il caso di una donna affetta da tumore alla mammella, necessariamente, agli occhi dei medici, operabile tramite mastectomia poiché la massa tumorale era evidente sia al tatto che alla vista. Sottoponendo la paziente a trattamento Complementare Enzimatico intensivo, vista la drammaticità del caso, si sono osservati, a distanza di 6 mesi, miglioramenti in termini di regressione del tumore. Ad oggi, osservando la foto, che provoca stupore paragonandola al contesto di partenza, la paziente è salva da mastectomia e da progressione tumorale. A continuazione della giornata sono state enunciate ulteriori ricerche e casi clinici, come ad esempio il caso di un paziente di 18 anni affetto da Sclerosi Multipla, che in seguito all’utilizzo di Citozym ha riacquistato il completo uso degli arti inferiori. Inoltre, basandosi sull’interesse medico, si è pensato di proporre ulteriori tematiche ed approfondimenti quali, la tematica riguardante la biochimica delle infezioni virali, con focus su infezioni da epatite C. Anche in questo caso, seguendo la terapia proposta da Citozeatec, diversi pazienti hanno subito una completa eradicazione virale quando la terapia tradizionale li considerava “non responder”. Senza ombra di dubbio, si è consapevoli che i risultati e le testimonianze permetteranno a Citozeatec di coltivare la propria esperienza nel campo enzimologico, aprendo ulteriori nuove frontiere nel mondo delle applicazioni terapeutiche attraverso la svolta delle componenti biocompatibili in grado di modulare l’attività enzimatica.

Peschiera Borromeo, 16 Novembre 2019

16 novembre 2019, Genova – Santuario della Madonnetta2023-02-09T15:40:45+01:00

La biogenesi degli enzimi

2023-03-08T17:54:42+01:00

La biogenesi degli enzimi

L’origine della vita secondo Pasquale Ferorelli
Gli interrogativi sull’orgine della vita sono ancora oggi al centro del dibattito delle scienze moderne, che però non riescono ancora a trovare un punto comune sulla quale imperneare una teoria che accontenta tutti. La ricerca sull’orgine della vita è stata da sempre il più grande interrogativo degli esseri umani.
In campo medico-scientifico sarebbe, a maggior ragione, una pietra miliare per interpreatare e quindi curare le oiù note patologie che interessano la vita degli esseri viventi.

La “non” scoperta di Lazzaro Spallanzani
Fu un Naturalista della fine del 1700 che si dedicò interamente alle scienze naturali.
Dedicò tutta la sua vita alla biologia fornendo molti contributi teorici sui fenomeni della rigenerazione.

I suoi esperimenti dimostrarono che la vita viene generata e ri-generata a partire esclusivamente da germi preesistenti, quindi dall’insieme delle reazioni chimiche dei componenti di un essere vivente e in ultimo dagli enzimi, che coordinano e permettono le reazioni chimiche.

Spallanzani tuttavia, non seppe capire il significato delle sue scoperte. Lui proveniva da una forte educazione pre-formista ed epigenica dove si sostenva che gli embrioni, gli organi e tutto quello che forma un essere vivente sono già presenti al momento della nascita e non vengono generati successivamente.

Su queste discrepanze e sulle conclusioni dello scienziato oggi è evendente che la vita si genera in modo autonomo, che muta e si evolve sulla base di processi enzimatici che possono essere riprodotti e spesso interrotti. Ecco che, in quest’ultimo caso, nascono le patologie derivanti tutte da una carenza funzionale del sistema enzimatico chiamato enzimopatia.

Pasquale Ferorelli e l’Enzimopatia
Confermata dalla presenza di oltre 100 amminoacidi nei “mattoni della vita” del meteorite caduto il 28 Settembre 1969 Murchison – Australia
Gli enzimi sono formati da amminoacidi. Grazie al legame di questi amminoacidi si generano tutte le proteine e quindi la vita.

Su questa scia Pasquale Ferorelli ha formulato i prodotti Citozeatec e così oggi è possibile apprezzare la vasta portata delle scoperte di Spallanzani nell’ambito di malattie oncologiche, virali, diabetiche e neurodegenerative , tutte riconducibili all’unico comune denominatore: enzimopatia.

La ricerca molecolare consente oggi di identificare la funzionalità biochimica del Texidrofolico, un prodotto ottenuto dalla trasformazione dell’ amido di mais mediante conversione enzimatica.

Stabilendo le caratteristiche funzionali del prodotto e quindi le attività fisiche e chimiche, la perdita della funzionalità del Texidrofolico può avvenire semplicemente scorporando una sola molecola, questo ci fa capire che le attività degli enzimi sono tutte attività specifiche e sequenziali per la vita di tutti gli esseri viventi.

La biogenesi degli enzimi2023-03-08T17:54:42+01:00

La biogenesi degli enzimi

2023-05-17T12:02:18+02:00

La biogenesi degli enzimi

Confermata dalla presenza di oltre 100 amminoacidi nei “mattoni della vita” del meteorite caduto il 28 Settembre 1969 Murchison – Australia

Gli enzimi sono formati da amminoacidi. Grazie al legame di questi amminoacidi si generano tutte le proteine e quindi la vita.

Allo scienziato italiano Lazzaro Spallanzani SJ (1729-1799), spetta il merito di aver per primo iniziato le ricerche in ambito enzimologico. Su questa scia Pasquale Ferorelli ha formulato i prodotti Citozeatec e così oggi è possibile apprezzare la vasta portata delle scoperte di Spallanzani nell’ambito di malattie oncologiche, virali, diabetiche e neurodegenerative , tutte riconducibili all’unico comune denominatore: enzimopatia.

La ricerca molecolare consente oggi di identificare la funzionalità biochimica del Texidrofolico, un prodotto ottenuto dalla trasformazione dell’ amido di mais mediante conversione enzimatica. Stabilendo le caratteristiche funzionali del prodotto e quindi le attività fisiche e chimiche, la perdita della funzionalità del Texidrofolico può avvenire semplicemente scorporando una sola molecola, questo ci fa capire che le attività degli enzimi sono tutte attività specifiche e sequenziali per la vita di tutti gli esseri viventi.

La biogenesi degli enzimi2023-05-17T12:02:18+02:00

Melanoma, epatocarcinoma, linfoma di Hodgkin unica denominazione “Enzimopatia”

2023-03-16T09:57:28+01:00

Melanoma, epatocarcinoma, linfoma di Hodgkin unica denominazione “Enzimopatia”

Citozym l’attivatore di migliaia di reazioni biochimiche
Completata la ricerca molecolare
Pubblicata su Scentific & Accademic Publishing

Le risposte antiproliferative dei componenti del Citozym sono state il traguardo di oltre quarant’anni di ricerche. Citozym e tutta la linea dei prodotti Citozeatec vengono ottenuti dalla trasformazione di enzimi specifici. Citozym viene liberato a cascata per la rigenerazione dei componenti endocellulari, mettendo in sofferenza le cellule maligne.

Ad uno scienziato italiano, Lazzaro Spallanzani, spetta il merito di aver per primo iniziato le ricerche in ambito enzimologico. Infatti nel 1675 mostrò brillantemente l’azione solvente del succo gastrico sulla carne.
Oggi si apprezza la vasta portata della sua scoperta in ambito delle malattie oncologiche, virali, diabetiche e nelle malattie neurodegenerative.

Melanoma, epatocarcinoma, linfoma di Hodgkin unica denominazione “Enzimopatia”2023-03-16T09:57:28+01:00

Il ruolo fondamentale degli enzimi n° 1 – Insufficienza cardiaca

2023-03-16T09:57:37+01:00

IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N° 1 – INSUFFICIENZA CARDIACA

IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N° 1
INSUFFICIENZA CARDIACA
PREVENIRE L’ENZIMOPATIA

Dagli studi di Pasquale Ferorelli, l’enzimopatia rappresenta una delle cause più devastanti di ogni essere vivente; però, intervenire sugli enzimi è possibile!

Insufficienza Cardiaca (IC): qualunque sia la causa che la determina, è caratterizzata dalla riduzione della gittata cardiaca (cosiddetta insufficienza anterograda) o stasi ematica del sistema venoso (insufficienza retrograda) o da entrambi.

Lo scompenso cardiaco è preceduto dall’ipertrofia cardiaca, la risposta compensatoria del miocardio ad un aumento del lavoro meccanico e a segnali trofici; la severità dell’ipertrofia dipende dalla condizione patologica che l’ha causata, i meccanismi molecolari, biochimici e strutturali, responsabili dell’insufficienza contrattile del miocardio restano ancora oscuri in molti casi.

È impossibile differenziare macroscopicamente le lesioni di un cuore ancora in fase di compenso da uno scompensato; molti fenomeni di adattamento e alterazioni morfologiche significative presenti nell’IC si osservano in organi e tessuti distanti dal cuore, come conseguenza degli effetti ipossici e congestizi determinati dall’alterata circolazione.
Sotto il profilo clinico, l’insufficienza sinistra e quella destra possono manifestarsi separatamente, tuttavia, poiché il sistema vascolare costituisce un circuito chiuso, l’insufficienza di un settore non può sussistere a lungo senza ripercuotersi sugli altri.

L’Insufficienza Cardiaca è più frequentemente causata da:

  1. cardiopatia ischemica (CI)
  2. Ipertensione arteriosa
  3. Malattie valvolari aortiche e mitraliche
  4. Malattie miocardiche non ischemiche

Cardiopatia ischemica (CI): in oltre il 90% dei casi, la causa risiede nella riduzione del flusso ematico coronarico, anche se talora il cuore può risentire di una ridotta perfusione quando le richieste metaboliche superano la possibilità di apporto di sangue.
Il rischio di sviluppare una CI dipende dal numero, dalla distribuzione e dal grado di stenosi delle placche ateromasiche; l’esordio, spesso improvviso, dipende dalla trasformazione repentina e imprevedibile di una placca aterosclerotica stabile in una lesione aterotrombotica instabile, potenzialmente fatale, caratterizzata da erosione superficiale, ulcerazione, fissurazione, rottura e emorragia profonda con, di solito, trombosi sovraimposta.
In genere le manifestazioni cliniche della CI si possono dividere in 4 sindromi:

  • Infarto miocardico (IM), la forma più importante nella CI, la cui durata e severità dell’ischemia è sufficiente a determinare la morte del muscolo cardiaco.
  • Angina pectoris
  • Cardiopatia ischemica cronica
  • Morte improvvisa cardiaca

Anche le caratteristiche strutturali delle placche possono influire sulla tendenza alla rottura; è ormai noto che le lesioni incriminate nei pazienti che sviluppano IM o le altre sindromi coronariche acute non sono quelle severamente stenotiche o significative da un punto di vista emodinamico prima dell’alterazione acuta.
Le lesioni più pericolose sono quelle moderatamente stenotiche (di solito 50-75%) con una placca ricca di lipidi e che non sono in grado da sole di determinare un’angina stabile; per tutte le evidenze accumulate si può affermare che la rottura della placca ateromasica e la conseguente aggregazione piastrinica e formazione di trombi intraluminali sono complicazioni comuni e spesso asintomatiche dell’ateroma.
Inoltre, la risoluzione di una rottura subclinica della placca e la conseguente trombosi rappresentano importanti meccanismi di crescita delle lesioni aterosclerotiche.

LA RICERCA CITOZEATEC, PUBBLICATA SU RIVISTA SCIENTIFICA INTERNAZIONALE, HA MESSO IN LUCE L’AZIONE DEL CITOZYM E DEL PROPULZYM NEL PROMUOVERE LA REGRESSIONE DELLE PLACCHE CAROTIDEE:

• http://www.citozeatec.it/studi-citozeatec/2017-02-14-14-22-57/781-stenosi-carotidee.html
• http://www.pasqualeferorelli.it/images2/documenti_ricerche/RELAZIONE%20ULTIMA%20PLACCHE.pdf

IL PROTOCOLLO COMPLEMENTARE BIODINAMICO È DISPONIBILE PER TUTTI:
• http://www.citozeatec.it/documentazione/protocolli-patologie/961-stenosi-carotidee.html

Il ruolo fondamentale degli enzimi n° 1 – Insufficienza cardiaca2023-03-16T09:57:37+01:00

Il ruolo fondamentale degli enzimi n° 2 – Arteriopatia periferica

2023-03-16T09:57:44+01:00

IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N° 2 – ARTERIOPATIA PERIFERICA

IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N°2
ARTERIOPATIA PERIFERICA
PREVENIRE L’ENZIMOPATIA

Dagli studi di Pasquale Ferorelli l’enzimopatia rappresenta una delle cause più devastanti di ogni essere vivente, intervenire sugli enzimi è possibile.

L’arteriopatia e molte altre tematiche sono state affrontate da Pasquale Ferorelli, insieme con medici specialisti austriaci, nel 5° Workshop Internazionale (Vienna, 17-18-19 Maggio 2019).

Scopo del convegno è stato quello di approfondire l’importanza degli enzimi come molecole proteiche essenziali per la vita, coinvolte in tutte le reazioni biochimiche cellulari e unità funzionali del metabolismo. Durante il Convegno, inoltre, a conferma di quanto sostiene Pasquale Ferorelli, è stata chiarita l’importanza clinica degli Integratori Alimentari Biodinamici (IAB) Citozeatec nella Terapia Complementare Enzimatica (TCE), il nuovo paradigma di ogni strategia medica e del suo ruolo attivo nel contrastare l’enzimopatia, non attraverso una disponibilità e somministrazione di cofattori energetici ma mediante una gestione attenta dell’energia cellulare che, solo modulando gli enzimi, è possibile ottenere.
L’intervento conclusivo di Pasquale Ferorelli, come estrema sintesi di tutto il lavoro svolto in 3 giorni di convegno, offre moltissimi spunti di riflessione e comprensione e riguarda la questione energetica (termodinamica) delle cellule e sul modo in cui gli enzimi modulati riducano la tendenza verso l’entropia:

LE RICERCHE CITOZEATEC, IN COLLABORAZIONE CON UNIVERSITÀ ITALIANE ED EUROPEE, PUBBLICATE SU RIVISTE SCIENTIFICHE INTERNAZIONALI, SONO A DISPOSIZIONE DI TUTTI:
https://www.citozeatec.it/studi-citozeatec/2017-02-14-14-22-57.html

IL PROTOCOLLO COMPLEMENTARE BIODINAMICO È DISPONIBILE PER TUTTI:
https://www.pasqualeferorelli.it/images2/001_PROTOCOLLI/ARTERIOPATIE.pdf

I sistemi circolatori più sviluppati sono il sistema vascolare sanguifero, costituito dai vasi sanguiferi nei quali circola il sangue e il sistema linfatico formato dai linfonodi e da vasi che conducono la linfa; questa definizione include anche le placche e i noduli isolati di tessuto linfoide, la milza e il timo e le altre vie utilizzate in un più ampio processo di formazione e disseminazione dei linfociti.
La contrazione del cuore spinge il sangue, tramite il complesso dei vasi sanguiferi, verso tutti i tessuti dell’organismo.
Il sangue dal cuore passa ad una serie di tubi di calibro relativamente grossa, le arterie, che si ramificano e si suddividono ripetutamente fino a formare piccoli vasi, le arteriole di vario calibro, che a loro volta si dividono ripetutamente formando, alla fine, una rete a strette maglie di vasi microscopici i quali entrano in intimo rapporto con i tessuti. Questi ultimi possono avere struttura diversa e sono detti capillari o sinusoidi, a seconda delle loro caratteristiche strutturali e funzionali; il sangue che ha circolato in questi vasi passa in piccole venule che ripetutamente si uniscono fra di loro a formare un sistema di tubi di calibro maggiore, le vene, che riportano il sangue al cuore.

Struttura dei vasi sanguiferi
Tutto il sistema vascolare sanguifero, dai vasi più piccoli fino al cuore compreso, possiede una componente strutturale comune rappresentata da un rivestimento continuo a superficie interna liscia, formata da un solo strato di cellule endoteliali.
Nei vasi a calibro maggiore il rivestimento endoteliale interno è circondato da altre tonache di tessuto muscolare liscio e di tessuto connettivo organizzati in stratificazioni concentriche; queste, procedendo dall’interno verso l’esterno, sono: la tonaca intima, la tonaca media e la tonaca avventizia.

Endotelio
Le superfici di tutti i vasi sanguiferi sono rivestite da endotelio, rappresentato da uno strato di cellule appiattite: le cellule endoteliali. All’interno del citoplasma di queste cellule ci sono granuli sparsi, che comprendono piccole quantità di reticolo endoplasmatico rugoso e liscio, alcuni ribosomi liberi, mitocondri e una coppia di centrioli.
Le cellule endoteliali sono collegate fra loro lateralmente mediante giunzioni occludenti (serrate) che possono formare barriere di penetrazione (zonule occludenti), con cellule strettamente affiancate, o, in alcuni casi, un rivestimento discontinuo con sporadiche zone di contatto (macule occludenti), che presenta fessurazioni intercellulari.
Le cellule endoteliali sono anche collegate fra loro e spesso con altre cellule extravascolari, così come lo sono, mediante giunzioni desmoniali, con cellule muscolari lisce; se vengono danneggiate le superfici endoteliali dei vasi, ha luogo la coagulazione a causa di interazione dei meccanismi omeostatici, mediati dal plasma, con i tessuti sottostanti, in particolare con il collagene e anche a causa delle sostanze rilasciate dalle stesse cellule endoteliali danneggiate.
Tali eventi sono indubbiamente vantaggiosi nel limitare la perdita di sangue da soluzioni di continuità dei vasi, ma giocano anche un ruolo chiave nelle trombosi associate a patologie arteriose, specialmente ai danni da ateroma e da ipertensione.

Arteriopatia periferica (Vasculopatia periferica)
L’arteriopatia periferica è l’aterosclerosi delle estremità (a carico degli arti inferiori) che causa ischemia. La malattia arteriosa periferica lieve o moderata può essere asintomatica; quella grave può causare dolore a riposo con atrofia cutanea, perdita dei peli, cianosi, ulcere ischemiche, fino alla gangrena. Tale malattia arteriosa periferica grave, di solito, richiede l’angioplastica o il bypass chirurgico e può essere necessaria l’amputazione. La prognosi è generalmente buona con il trattamento, malgrado il tasso di mortalità sia relativamente elevato per la frequente coesistenza di coronaropatia o di malattia cerebrovascolare.
I fattori di rischio sono identici a quelli dell’aterosclerosi: età, ipertensione, diabete, dislipidemia, obesità, fumo di sigaretta.

Il ruolo fondamentale degli enzimi n° 2 – Arteriopatia periferica2023-03-16T09:57:44+01:00

Il ruolo fondamentale degli enzimi n°3 – Carcinoma epatocellulare

2023-03-16T09:57:54+01:00

IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N° 3 – CARCINOMA EPATOCELLULARE

IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N°3
CARCINOMA EPATOCELLULARE
PREVENIRE L’ENZIMOPATIA

Dagli studi di Pasquale Ferorelli l’enzimopatia rappresenta una delle cause più devastanti di ogni essere vivente, intervenire sugli enzimi è possibile.

• https://www.pasqualeferorelli.it/images2/documenti_ricerche/CARCINOMA-EPATICO/CARCINOMA%20EPATICO-UNIROMA2.pdf

• https://www.pasqualeferorelli.it/images2/documenti_ricerche/CARCINOMA-EPATICO/PUBBLICAZIONE_CARCINOMA_EPATICO.pdf

• https://www.pasqualeferorelli.it/images2/001_PROTOCOLLI/CARCINOMA-EPATICO.pdf

Le proteine rappresentano le macromolecole biologiche più importanti all’interno dell’ambiente cellulare. Tra queste, alcune sono estremamente preziose per i compiti che svolgono, gli enzimi, operai instancabili della cellula che portano avanti tutti metabolismi necessari perché un organismo possa crescere, riprodursi e trasmettere il suo DNA alle generazioni successive. Mutazioni che coinvolgono gli amminoacidi che compongono queste proteine sono all’origine di anomalie strutturali e interferiscono con la funzione enzimatica. Analogamente, metalli pesanti, OGM, diversi composti chimici, sono da considerarsi la causa all’origine di una severa alterazione enzimatica, che induce una cellula sana a trasformarsi in una tumorale.

Come sostiene da moltissimo tempo Pasquale Ferorelli, il cancro ha origine dall’enzimopatia diffusa all’interno delle cellule che, spesso senza neppure una sintomatologia evidente, appaiono così inadatte a rispondere agli attacchi esterni (patogeni come virus e batter, inquinanti chimici, radiazioni) e subiscono una trasformazione neoplastica.
A conferma di quanto sostiene Pasquale Ferorelli, molti studi universitari indipendenti hanno dimostrato la qualità dei prodotti Citozeatec nel contrastare l’enzimopatia, ristabilendo la funzionalità metabolica cellulare e inducendo risposte su più fronti (incluso il cancro) e migliorando lo stato di salute dei pazienti.
Alcune ricerche condotte presso l’Università di Roma Tor Vergata, ad esempio, hanno fatto emergere il prezioso contributo della Terapia Complementare Enzimatica (TCE) e degli Integratori Alimentari Biodinamici (IAB) di cui fa uso; studi nell’ambito di organo coltura epatica, hanno evidenziato l’azione antineoplastica del Citozym su biopsie epatiche ottenute dall’ablazione chirurgica di un carcinoma cellulare (HCC) di stadio IIIC (T3-N1-M0, AJCC). In tale circostanza, è stata documentata una marcata azione antiossidante (ROS Activity) ma, in particolar modo, una riduzione della massa tumorale fino al 37,5%, pur in assenza di danno cellulare (valori di LDH rilasciato nella norma).
L’Enzimologia clinica, cioè la necessità di intervenire nella causa principale delle patologie, trova conferma da studi come questo: le reazioni biologiche intracellulari sono esclusivamente quelle per le quali sono presenti e attivi enzimi appropriati e le sole molecole capaci di svolgere un’azione di contenimento sono gli Integratori Alimentari Biodinamici Citozeatec, frutto della ricerca coordinata da Pasquale Ferorelli. Questi prodotti stanno aprendo una nuova e rivoluzionaria via, fra farmaci ed integratori tradizionali, attiva in termini di modulazione metabolica e dai risultati clinici sorprendenti in svariate patologie oncologiche, cardiovascolari e neurodegenerative.

Patologia cellulare: danno cellulare e morte cellulare
Virtualmente, tutte le forme di danno d’organo cominciano con alterazioni molecolari o strutturali all’interno della cellula.
La cellula normale è limitata ad un ambito piuttosto ristretto di strutture e funzioni dei programmi genetici che regolano il suo metabolismo, il suo differenziamento e la sua specializzazione, dai rapporti con le cellule vicine, oltre che alla disponibilità dei substrati metabolici.
Adattamento, danno reversibile e morte possono essere considerate fasi di un progressivo deterioramento della normale funzione e struttura cellulare

La morte cellulare è la conseguenza estrema di un danno cellulare e può riguardare cellule di ogni tipo ed è la conseguenza principale di ogni tipo di ischemia, infezioni, tossine e reazioni immunitarie; inoltre è un evento critico durante l’embriogenesi normale, ed è la finalità delle terapie radio e chemio del cancro.
Nelle radio e chemioterapie va sottolineato che queste applicazioni sono sicuramente letali per le cellule sane ma presentano molti dubbi sulla possibilità benefica sulle neoplasie.

Esistono due principali modalità di morte cellulare: necrosi e apoptosi.
• Necrosi o necrosi coagulativa: si verifica in seguito a stimoli esogeni, come l’ischemia o il danno da agenti chimici.
• Apoptosi: si verifica quando una cellula muore mediante attivazione di un programma di suicidio controllato dall’interno e ha la funzione di eliminare cellule inutili durante l’embriogenesi e in altri processi fisiologici.

Esistono altri tipi di alterazione morfologiche cellulari:
1. alterazioni subcellulari, che si verificano solitamente in risposta a stimoli cronici o sub-letali.
2. accumulo intracellulare, di numerose sostanze (proteine, lipidi, carboidrati) che si verificano in gran parte come risultato di alterazioni metaboliche cellulari.
3. calcificazione patologica: una conseguenza comune di danno cellulare e tissutale.
4. invecchiamento cellulare.

Cause di danno cellulare
• Mancanza di ossigeno
• agenti fisici (traumi meccanici, energia elettrica, radiazioni)
• agenti chimici e farmaci
• agenti infettivi
• reazioni immunologiche
• alterazioni genetiche
• squilibri nutrizionali

Danno cellulare e necrosi
La risposta cellulare a stimoli dannosi dipende dal tipo di danno, dalla sua durata e gravità; la conseguenza del danno cellulare dipendono dal tipo di danno, dallo stato di adattabilità della cellula danneggiata.
Lo stato normale nutrizionale della cellula e le sue necessità metaboliche sono importanti nel determinare la risposta del danno; sono stati individuati 4 sistemi intracellulari particolarmente vulnerabili:
1. il mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari da cui dipende l’omeostasi ionica della cellula e dei suoi organuli
2. la respirazione aerobica che coinvolge la fosforilazione ossidativa mitocondriale e la produzione di ATP
3. la sintesi proteica
4. la conservazione dell’integrità dell’apparato genetico della cellula

Quattro condizioni non assolutamente rispettate dalle radio e chemio terapie

Struttura dei vasi sanguiferi
Tutto il sistema vascolare sanguifero, dai vasi più piccoli fino al cuore compreso, possiede una componente strutturale comune rappresentata da un rivestimento continuo a superficie interna liscia, formata da un solo strato di cellule endoteliali.
Nei vasi a calibro maggiore il rivestimento endoteliale interno è circondato da altre tonache di tessuto muscolare liscio e di tessuto connettivo organizzati in stratificazioni concentriche; queste, procedendo dall’interno verso l’esterno, sono: la tonaca intima, la tonaca media e la tonaca avventizia.

Endotelio
Le superfici di tutti i vasi sanguiferi sono rivestite da endotelio, rappresentato da uno strato di cellule appiattite: le cellule endoteliali. All’interno del citoplasma di queste cellule ci sono granuli sparsi, che comprendono piccole quantità di reticolo endoplasmatico rugoso e liscio, alcuni ribosomi liberi, mitocondri e una coppia di centrioli.
Le cellule endoteliali sono collegate fra loro lateralmente mediante giunzioni occludenti (serrate) che possono formare barriere di penetrazione (zonule occludenti), con cellule strettamente affiancate, o, in alcuni casi, un rivestimento discontinuo con sporadiche zone di contatto (macule occludenti), che presenta fessurazioni intercellulari.
Le cellule endoteliali sono anche collegate fra loro e spesso con altre cellule extravascolari, così come lo sono, mediante giunzioni desmoniali, con cellule muscolari lisce; se vengono danneggiate le superfici endoteliali dei vasi, ha luogo la coagulazione a causa di interazione dei meccanismi omeostatici, mediati dal plasma, con i tessuti sottostanti, in particolare con il collagene e anche a causa delle sostanze rilasciate dalle stesse cellule endoteliali danneggiate.
Tali eventi sono indubbiamente vantaggiosi nel limitare la perdita di sangue da soluzioni di continuità dei vasi, ma giocano anche un ruolo chiave nelle trombosi associate a patologie arteriose, specialmente ai danni da ateroma e da ipertensione.

Arteriopatia periferica (Vasculopatia periferica)
L’arteriopatia periferica è l’aterosclerosi delle estremità (a carico degli arti inferiori) che causa ischemia. La malattia arteriosa periferica lieve o moderata può essere asintomatica; quella grave può causare dolore a riposo con atrofia cutanea, perdita dei peli, cianosi, ulcere ischemiche, fino alla gangrena. Tale malattia arteriosa periferica grave, di solito, richiede l’angioplastica o il bypass chirurgico e può essere necessaria l’amputazione. La prognosi è generalmente buona con il trattamento, malgrado il tasso di mortalità sia relativamente elevato per la frequente coesistenza di coronaropatia o di malattia cerebrovascolare.
I fattori di rischio sono identici a quelli dell’aterosclerosi: età, ipertensione, diabete, dislipidemia, obesità, fumo di sigaretta.

Il ruolo fondamentale degli enzimi n°3 – Carcinoma epatocellulare2023-03-16T09:57:54+01:00
Torna in cima