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Stenosi carotidee

2023-05-17T10:40:22+02:00

Stenosi carotidee

PUBBLICAZIONE CITOZEATEC: Riduzione Placche della Carotide

Citozeatec ha richiesto all’Università di Tor Vergata una ricerca ad ampio spettro sulle potenzialità dei prodotti, in particolare del Citozym.
Le sperimentazioni preliminari hanno già evidenzato interessanti risultati. Questa sezione del sito ospita tutto ciò che la ricerca andrà evidenziando riguardo agli integratori biodinamici.

Ricordiamo che le posologie NON vanno intese come terapie sostitutive ma come integrazione a terapie già in uso.

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Steatosi epatica e steatoepatite non alcolica

2023-05-17T10:40:58+02:00

Steatosi epatica e steatoepatite non alcolica

PUBBLICAZIONE CITOZEATEC: STEATOSI EPATICA

Citozeatec ha richiesto all’Università di Tor Vergata una ricerca ad ampio spettro sulle potenzialità dei prodotti, in particolare del Citozym.
Le sperimentazioni preliminari hanno già evidenzato interessanti risultati. Questa sezione del sito ospita tutto ciò che la ricerca andrà evidenziando riguardo agli integratori biodinamici.

Ricordiamo che le posologie NON vanno intese come terapie sostitutive ma come integrazione a terapie già in uso.

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Riduzione iperplasia prostatica

2023-05-17T10:41:43+02:00

Riduzione iperplasia prostatica

PUBBLICAZIONE CITOZEATEC: RIDUZIONE IPERPLASIA PROSTATICA

Effetti preventivi di una miscela di micronutrienti con proprietà anti-ossidative su sperimentazione di iperplasia prostatica indotta.
** Torricelli P., FerorelliP., Antonelli F. e Beninati S.

Università di Roma, Tor Vergata, Dipartimento di Biologia, Italia, ** Dipartimento SPES, Università del Molise, Campobasso, Italia.

SOMMARIO

Una miscela di anti-ossidanti trovata in un integratore alimentare in commercio chiamato Citozym (CIZ), ha mostrato una capacità preventiva su iperplasie prostatiche indotte da testosterone propionato su topi C57BL6/N. I trattamenti con CIZ sono stati somministrati per via orale e hanno avuto inizio 10 giorni prima dell’induzione dell’iperplasia prostatica. Il TP aumentò di molto la grandezza della prostata ed i livelli di PSA sierico, e ciò mostrò come l’aumento fosse inibito in modo significativo nei topi CIZ-trattati comparandoli con controlli positivi dose dipendente. Concludiamo che CIZ può prevenire l’iperplasia prostatica indotta da TP e di seguito potrebbe essere di beneficio nella gestione di iperplasie prostatiche benigne.

INTRODUZIONE

L’iperplasia prostatica benigna (BPH) è una malattia correlata agli ormoni e all’età, caratterizzata da cambiamenti istologici e aumenti variabili della dimensione della prostata [1]. I fattori alimentari sicuramente giocano un ruolo nello sviluppo della BPH, come riscontrato nei dati epidemiologici i quali suggeriscono che l’incidenza di BPH in uomini Asiatici incrementi dopo aver adottato uno stile di vita occidentale [2]. Una dieta ricca di frutta e verdure può altresì ridurre l’avvenire di BPH. E’ possibile ipotizzare che gli effetti benefici di sostanze alimentari e naturali con proprietà anti-ossidanti su rischi di cancro alla prostata, che sono stati osservati in studi epidemiologici, possono avvenire nei primi stadi pre-neoplastici della storia naturale della malattia [3,4]. Recentemente, gli anti-ossidanti naturali trovati in frutta, bevande (succhi, vino, the, cioccolata, etc.), ed in misura minore in verdure, verdure secche e cereali, è stato riportato che svolgano un ruolo nella prevenzione e/o nel trattamento di varie malattie associate allo stress ossidativo come il cancro, malattie cardiovascolari ed infiammazioni. Gli anti-ossidanti stanno riducendo agenti, come la vitamina C, la vitamina E e carotenoidi, che proteggono i tessuti corporei dagli effetti dello stress ossidativo [5]. La considerabile diversità delle loro strutture incide sulle loro proprietà biologiche: biodisponibilità, attività anti-ossidante e specifiche

interazioni con i recettori cellulari ed gli enzimi come il 5°-reduttasi, il quale catalizza la conversione del testosterone a diidrotestosterone , il quale è implicato come fattore causativo del BPH [6,7].Abbiamo recentemente riportato che una miscela di anti-ossidanti (CIZ) trovata in un integratore alimentare sul mercato abbia protetto topi C57BL6/n dal melanoma carcinogenesi, quando questi erano sottoposti a somministrazioni croniche prima delle fasi di iniziazione e promozione del melanoma [8] (Antonelli e Beninati, 2011).
L’obiettivo di questo studio era di investigare gli effetti preventivi del CIZ contro l’iperplasia prostatica indotta da TP in topi maschi C57BL6/n. Il CIZ è stato somministrato per via orale 10 giorni prima dell’induzione dell’iperplasia prostatica in topi C57BL6/N e durante i 30 giorni di induzione di questa patologia. Il peso corporeo e della prostata ed i livelli di PSA sierico dei topi sono state registrate durante l’esperimento in modo da determinare gli effetti dei trattamenti preventivi con CIZ sull’iperplasia prostatica indotta da TP.

Materiali e Metodi

Prodotti chimici

Il testosterone propionato è stato acquistato da Sigma-Aldrich (St. Louis, MO, USA). La miscela commerciale di anti-ossidanti (CIZ) è stata donata dalla Citozeatec (Citozeatec S.r.l Peschiera Borromeo, Milano, Italia). I componenti principali del CIZ sono i seguenti (unità/100g); 500 mg di vitamina C, 56 mg di vitamina B5, 56 mg di vitamina D, 3,3mg di vitamina B9, 222 mg di acido piruvico, 120 mg di acido citrico, 250 mg di acido tartarico e 77.8 g di carboidrato.

Induzione di iperplasia prostatica

BPH è stata indotta da iniezioni sub-cutanee di TP in dosi di 2 mg/giorno per topo, una volta al giorno per 30 giorni, dal Giorno 11 al Giorno 40. TP è stato sciolto in olio d’oliva (OO) ogni giorno prima della somministrazione agli animali.

Determinazione della concentrazione del siero testosterone.

I livelli individuali di testosterone di ogni animale di ogni gruppo sono stati misurati ogni 5 giorni usando un kit ELISA per il testosterone. L’effetto dei campioni di prova sui livelli di siero testosterone è stato misurato usando un lettore ELISA (Bioline BPR08). E’ stato prelevato sangue dal plesso retro-orbitale dei topi e centrifugato a 2500 x g per 15 minuti. Il quantitativo di testosterone UBI Magiwel usato per il test è

basato su una fase solida immunoenzimatica competitiva. I campioni di prova competono con il testosterone enzima etichettato per un numero limitato e fissato di siti di anticorpi nei pozzi micropiastra. Nella procedura di prova, il siero testosterone standard o di prova è incubato con il testosterone anticorpo ed il perossido testosterone-rafano coniugato con pozzetti IgG anti-coniglio. In questo sistema a fase solida, il legame anticorpi testosterone rimarranno sul pozzo mentre il testosterone non legato sarà rimosso con un lavaggio. Un colore si sviluppa quando il substratotetrametilbenzidina viene mischiato con il legame anticorpi e perossido testosterone-rafano enzimaticamente coniugato. Dopo una breve incubazione, la reazione enzimatica viene fermata e l’intensità del colore viene misurata con un microlettore a 450mm.

Determinazione dei livelli di antigene specifico del siero prostatico.

I livelli dell’antigene specifico prostatico (PSA) sono stai misurati per singolo topo di ogni gruppo per scoprire la gravità dell’iperplasia indotta nelle prostata mediante trattamento TP. Per questo scopo è stato utilizzato un kit ELISA PSA (Cusabio Biotech Co. Ltd, Newark, Delaware, USA). Il kit ELISA PSA è inteso per la determinazione del quantitativo totale di PSA. Il PSA è stato quantificato seguendo il metodo Nilsson et al. (1997). Il PSA ELISA e una fase solida, non immunologicamente competitiva basata sulla diretta tecnica sandwich. Calibratori, controlli e campioni sono stati incubati insieme con anticorpi anti-PSA monoclonali biotinilato ed anticorpi anti-PSA monoclonali perossido-rafano etichettato (HRP) in micropiastre rivestite di streptavidina. Dopo aver lavato, al substrato tamponato (TMB-HRP substrato) che contiene perossido di idrogeno è stato aggiunto il reagente cromogeno (3,3′,5,5′ tetrametilbenzidina) ad ogni pozzo e alla reazione enzimatica è stato concesso di proseguire. L’intensità del colore è stata determinata dello spettrofotometro delle micropiastre a 620 mm. Le curve di calibrazione sono state costruite per ogni saggio tracciando l’assorbanza verso la concentrazione di ogni calibratore. La concentrazione di PSA dei campioni è stata poi letta dalla curva del calibratore

Protocollo sperimentale

Topi maschi C57BL6/N (80) con 13 settimane di vita e un peso corporeo di circa 25/35 g sono stai divisi in quattro gruppi con 20 animali per gruppo. Il gruppo A ha ricevuto solo iniezioni sucutanee di OO per 30 giorni (controllo negativo). Il gruppo B è stato trattato con TP iniettato per via subcutanea per 30 giorni (controllo positivo). Il gruppo C è stato pretrattato con somministrazione per via orale di 5 ml/

giorno di CIZ, diluito con acqua fisiologica (PS) per 10 giorni 1:2 v/v e con CIZ (1:2 v/v) e TP per i successivi 30 giorni.
Il gruppo D è stato pretrattato con somministrazione per via orale di 5 ml/giorno di CIZ, diluito con PS per 10 giorni 1:4 v/v e con CIZ(1:4 v/v) e TP per i successivi 30 giorni. Queste dosi sono state scelte in base a precedenti studi su dose-risposta. Brevemente, i trattamenti con CIZ sono iniziati 10 giorni prima dell’induzione dell’iperplasia prostatica attraverso TP e sono stati giornalieri. 24 ore dopo l’ultimo trattamento con CIZ e TP, i topi C57BL6/N sono stati sacrificati sotto anestesia e la prostata, la vescica and le vescicole seminali sono state rimosse. La prostata è stata attentamente sezionata lontana dalla vescica o dalle vescicole seminali, ed è stato determinato il peso fresco dell’intera prostata. Sono stati poi esaminati da procedure istologiche dei campioni di lobi prostatici.

Analisi statistiche

Le analisi statistiche sono state eseguite usando il test Mann-Whitney U per confronti tra i gruppi.
Il test di correlazione Spearman e le analisi di regressione lineare sono stati eseguiti per analizzare le correlazioni tra i gruppi B/C e B/D, la durata della somministrazione di CIZ e disegnare meno quadrati di linee di regressione. I valori sono stai espressi secondo la media ± SD. P <0.05 che è stata ritenuta statisticamente significante.

Risultati

Effetto dei trattamenti con CIZ sul peso della prostata e sul rapporto peso/corpo della prostata peso dei topi C57BL6/N

Come mostrato nella tabella I, i pesi della prostata (PW) dei topi C57BL6/N dei quattro gruppi di trattamento evinti alla fine dello studio sono stati statisticamente differenti. Il PW dei topi del controllo negativo (gruppo A) è stato significativamente minore (50.6 ± 3.29 mg) rispetto al gruppo positivo (gruppo B) che ha ricevuto le iniezioni sub-cutanee di TP (84.9 ± 6.0 mg.). Il PW del gruppo C (48.5 ± 7.2 mg) è stato significativamente più basso più basso rispetto al controllo positivo gruppo Be del gruppo D (74.2 ± 4.3 mg).

Il rapporto peso/corpo della prostata esprime come mg PW/100g di BW(PW/BW) di topi C57BL6/N per il controllo negativo (gruppo A) era significativamente minore (158.2 ± 12.8 mg PW/100 g di BW) rispetto al controllo positivo (gruppo B) che ha ricevuto iniezioni sub-cutanee di TP ( 303.2 ± 20.1 mg PW/100 g di BW). Il PW/BW del gruppo C che ha ricevuto un pretrattamento per via orale di CIZ diluito 1:2 e di

iniezioni sub-cutanee di TP sono stati significativamente più bassi (134.7 ± 11.0 mg PW/100 g di BW) rispetto al controllo positivo gruppo B. Nessuna differenza statistica è stata rilevata tra il PW/BW del gruppo D ( 296.8 ± 23.5 mg PW/100 g di BW) che ha ricevuto un pretrattamento per via orale di CIZ diluito 1:4 e di iniezioni sub-cutanee di TP ed il controllo positivo gruppo B.

TAVOLA I
EFFECTS OF CIZ TREATMENTS ON PROSTATE WEIGHT (PW) AND
PROSTATE WEIGHT/BODY WEIGHT RATIO (PW/BW) OF C57BL6/N MICE

Treatment group

(mg)
A (negative control) 12.8
B (positive control) 20.1
C (CIZ 1:2/TP) 11.0

PWPW/BW

(mg PW/100 g of BW) 50.6 ± 3.2

84.9 ± 6.0 48.5 ± 7.2

158.2 ± 303.2± 134.7±

Effetti dei trattamenti con CIZ sui livelli di PSA sierico dei topi C57BL6/N

I livelli di siero PSA sono anormalmente alti in pazienti con cancro alla prostata, ipertrofia prostatica benigna (BPH) e in pazienti con condizioni infiammatorie alla prostata (Catalona et al., 1995).L’effetto della somministrazione di TP sui livelli di PSA dei topi C57BL6/N è una indicazione dell’ipertrofia della prostata indotta da TP. Questo parametro è stato misurato nel siero degli animali campione di vari gruppi usando il PSA ELISA kit seguendo la procedura fornita dal kit. Come mostrato nella Fig. 1, il livello normale di PSA nei topi trattati dal veicolo (OO) (gruppo A) è stato trovato essere 0.227 ± 0.094 μg/L. Il livello di PSA è salito a 1.690 ± 0.522 μg/L negli animali trattati con TP (gruppo B). I topi trattati con CIZ, gruppo C e D, hanno mostrato una diminuzione dei livelli di PSA a rispettivamente 0.617 ± 0.132 μg/L ed 1.136 ± 0.324 (p < 0.05), paragonati al gruppo B trattato con TP. I topi non trattati hanno mostrato livelli di PSA di 0.257 ± 0.123 (p < 0.01). Queste osservazioni indicano gli effetti preventivi del CIZ su iperplasia indotta da TP.

Discussione

BPH è un problema di salute comune e coinvolge i cambiamenti ormonali nella crescita dell’uomo [9] (Bhargava et al. 2004). Lo sviluppo e la crescita della ghiandola prostatica dipende dalla stimolazione degli androgeni, principalmente dal diidrotestosterone (DHT), che si forma nella prostata, come per altri tessuti, attraverso la conversione enzimatica del testosterone nel suo metabolita più attivo DHT, catalizzato dal 5a-reduttasi prostatico. DHT lega ai recettori androgenici e promuove la sintesi proteica e la crescita cellulare. I radicali liberi e le specie ossigeno reattive (ROS) vengono prodotte di più con l’avanzare dell’età e questo porta allo stress ossidativo [0] (Aryal M et al. 2007). In situazione di stress ossidativo queste specie reattive causano un danno estensivo a vari organi del corpo, ciò può essere associato inoltre alla patogenesi di BPH.

Poiché riproduce adeguatamente le caratteristiche maggiori del BPH umano, includendo i cambiamenti funzionali ed istologici, l’allargamento prostatico indotto da testosterone è stato utilizzato per valutare gli effetti di trattamenti potenziali per BPH [11] (Noa et al. 2005). Questo studio ha investigato sulla possibilità che il dosaggio per via orale di una miscela di anti-ossidanti, reperibile sul mercato, composta da vitamina C,D e B e acidi citrici e tartarici con altri componenti potesse prevenire BPH indotto da TP nei topi. Considerando le prove pubblicate, gli effetti

del CIZ trovati qui sono consistenti alla presenza dei componenti citati. Altresì, la crescita della mole di prove supporta la nozione per la quale la vitamina C sia negativamente implicata nella patogenesi di BPH. Per esempio, degli studi caso- controllo hanno dimostrato che gli uomini che consumano frutta e verdure ricchi di vitamina C hanno una minore incidenza di BPH [13]. Infatti, le concentrazioni plasmatiche di vitamina C sono state trovate significativamente minori in pazienti affetti da BPH rispetto a quelli dei normali controlli di salute [14]. In accordo con ciò, studi clinici suggeriscono che la vitamina C abbassi il rischio di sviluppo di BPH, e poiché la vitamina C normalmente agisca alla riduzione di stress ossidativo, potremmo aspettarci che influisca sullo sviluppo di BPH. Un crescente numero di prove suggerisce che gli effetti biologici della vitamina C sono dovuti al suo specifico al suo specifico target di segnalazione cellulare e ai sistemi di regolazione genetica. Inoltre, la vitamina C è conosciuta per reprimere vari fattori di trascrizione, come l’IRF e l’NF-κB, e per la soppressione dei loro geni downstream, [15-17]. In aggiunta, l’inibizione HIF-1α della vitamina C è stato rivalutato poiché la vitamina C inizia la degradazione di HIF-1α attivando PHDs. In particolare, uno studio xenografico su tumore ha dimostrato che la vitamina C ha un’attività anti-cancro in vivo avendo come mira HIF-1α [18], e altri studi hanno inoltre mostrato che la vitamina C possiede effetti inibitori di HIF-1α in varie cellule tumorali [19]. L’insufficienza di vitamina D è stata suggerita essere un fattore di rischio per il cancro alla prostata [20] Ahonen (et al) [21] ha riportato che il rischio di cancro alla prostata, analizzato per quartili dei 25 livelli d (OH), era inversamente relazionata ai 25 livelli D (OH). In aggiunta, un basso livello di vitamina D era associato ad una maggiore probabilità di avere diagnosticato il cancro alla prostata ad un’età minore ed a un maggiore stato di avanzamento [21]. Recentemente, Tretli et al [22] ha suggerito il livello sieroso della vitamina D aveva un significato pronostico per i pazienti con il cancro prostatico.

Il citrato, uno dei componenti del ciclo di Krebs, è stato riportato come elevatore della solubilità di metalli pesanti legando agli ioni di questi, e legando con lo zinco potrebbe aumentarne la biodisponibilità [23]. In aggiunta, simile allo zinco, il citrato è accumulato in cellule prostatiche normali a concentrazione elevate, e queste sono state trovate essere rilevantemente minori in cellule prostatiche tumorali [24]. L’epitelio secretorio della prostata ha la capacità di accumulare e secernere livelli straordinariamente elevati di citrato. Ma il livello di citrato è significativamente minore in situazioni cancro alla prostata. Quindi, il citrato mostra caratteristiche simili allo zinco in prostate normali e tumorali. Conseguentemente a queste caratteristiche che aiuterebbero nella prevenzione e nel trattamento del cancro alla prostata, l’interesse per il citrato sta crescendo. Un metodo [25] (Lebioda L and Jakob CG. USA patent n. 5,763,490, 1998) è stato comunicato per il trattamento del cancro

alla prostata con la somministrazione di ioni tartarici da un derivato del tartrato. Una importante caratteristica dell’invenzione è l’uso di ioni tartarici L come inibitori di acidi fosfati prostatici (PAP). L’inibitore legherà prontamente con la regione di PAP e così prevenire la stessa azione di altri ioni o componenti.

Sebbene gli effetti dei trattamenti sull’acquisto di PW siano evidenti, dovrebbero teoricamente essere relativi ai cambiamenti di BW, il rapporto PW/BW è pertanto stato usato come il principale metro di giudizio sugli effetti del trattamento su questo modello. Poiché in questo studio i trattamenti non hanno influito significativamente su BW, gli effetti sul rapporto PW/BW possono essere attribuiti ad effetti sul acquisto di PW. In che modo siano promettenti o clinicamente rilevanti gli effetti del CIZ riportati qui rimane da scoprire. Questi risultati necessitano di essere riprodotti, e dovranno essere testati più alti dosaggi e più lunghi trattamenti, e inoltre in modelli differenti per determinare se sia giusto accreditare tali effetti in uomini con BPH.

Riconoscimenti

Sinceri ringraziamenti vanno al Dr. Ferorelli per la discussione critica ed il rilascio del permesso per adempire agli studi in vivo. Sono dovuti i ringraziamenti al Dr. Rudolf Pielokovich(Dipartimento di Farmaco-Biologia, College of Pharmacy, Vienna, Austria,) per il suo aiuto durante gli studi in vivo.

Conflitti di interesse

Gli autori non hanno potenziali conflitti di interessi

Referenze

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25.Lebioda L and Jakob CG. Treating prostate cancer with tartrate ions USA patent n. 5,763,490, 1998

Riduzione iperplasia prostatica2023-05-17T10:41:43+02:00

Riduzione metastasi epatiche

2023-05-17T10:43:43+02:00

Riduzione metastasi epatiche

RIDUZIONE DI METASTASI EPATICHE TRATTATE CON CITOZYM

Animali C 57 inoculati con cellule della linea B16 F10 (muscolo striato coscia e gamba destra) e trattati e non trattati con Citozym 3457 divisi in gruppi di 5 A-B-C

PROTOCOLLO:
somministrazione del prodotto: il prodotto è stato somministrato per via intraperitoneale. Inoculo di 150 mg/0,3 ml ogni 24 ore alimentati ad libitum

PROTOCOLLO SPERIMENTALE

  1. inizio trattamento tempo 0 e successivo inoculo dopo 24 ore di 2x 106 cellule B16-F10 sospese in PBS buffer (Gruppo A)
  2. inizio trattamento tempo 0 e successivo inoculo dopo 48 ore di 2x 10 cellule B16-F10 sospese in PBS buffer (Gruppo B)
  3. inizio trattamento tempo 0 e successivo inoculo dopo 72 ore di 2x 10 cellule B16-F10 sospese in PBS buffer (Gruppo C)
  4. peso corporeo dei 3 gruppi
  5. Valutazione massa tumorale nei 3 gruppi tabella 1
  6. Dopo 72 ore, sacrificio e autopsia dei topi trattati e non trattati
    a) Valutazione delle metastasi
    b) estrazione del tumore dal muscolo e valutazione del peso
    c) angiogenesi della massa tumorale
  7. istologia della massa tumorale e delle metastasi

IMPORTANTI RIDUZIONE DI METASTASI EPATICHE TRATTATE CON CYTOZYM
protocollo sperimentale simile al precedente ma senza trattamento con il Citozym

RISULTATI:
ANIMALI NON TRATTATI
peso animali (grammi) A 170 B 180 C 155
massa tumorale (centimetri) 1 2 3
metastasi (visive) PDx4 F2 PDx7F4
peso tumore (grammi)

RISULTATI :
ANIMALI TRATTATI
peso animali (grammi) A 160 B 170 C 175
massa tumorale (centimetri) 1 1,5 2,7
metastasi (visive) PDx2 F0 PDx3F1
peso tumore (grammi)

conclusioni:
In questo esperimento è stato rilevato che negli animali Citozym trattati rispetto al gruppo non trattato una importante riduzione delle metastasi epatiche Citozym inibisce i complessi processi di espansione tumorale al momento e nel dosaggio utilizzato, osservando che negli animali Citozym trattati si evidenzia un importante aumento della sopravvivenza che risulta essere elevato del 69% rispetto al gruppo non trattato.
Sono comunque necessari ed ancora in corso diversi modelli sperimentali in vivo su diversi mammiferi di grossa taglia e sottoposti a tempi più lunghi di trattamento per ulteriori ricerche future.

Roma il 24/03/2011

Riduzione metastasi epatiche2023-05-17T10:43:43+02:00

Neuropatia ischemica

2023-05-17T10:53:17+02:00

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PUBBLICAZIONE CITOZEATEC: ICTUS (ischemia celebrale)

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Melanoma – dermatologia

2023-05-17T10:54:28+02:00

Melanoma – dermatologia

PUBBLICAZIONE CITOZEATEC: MELANOMA

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HCV – Epatite C

2023-05-17T10:55:14+02:00

HCV – Epatite C

Ricerche Scientifiche:

L’epatite C è una malattia infettiva causata dall’ Hepatitis C virus (HCV), che colpisce in primo luogo il fegato.
L’infezione è spesso asintomatica, ma la sua cronicizzazione può condurre alla cicatrizzazione del fegato ed infine, alla cirrosi epatica che risulta generalmente evidente dopo molti anni. In alcuni casi, la cirrosi epatica può condurre ad altre patologie. L’HCV è trasmesso principalmente per contatto diretto con il sangue infetto, spesso dovuto all’uso di droghe per via endovenosa, a presidi medici non sterilizzati e trasfusione di sangue. Si stima che circa 130-170 milioni di persone al mondo siano infettate dal virus dell’epatite C. Il virus persiste nel fegato di circa l’85% delle persone infette. Questa infezione persistente può essere trattata con farmaci quali l’interferone α e la ribavirina che rappresentano la terapia di riferimento. Complessivamente il 50-80% dei pazienti trattati guarisce, mentre coloro che sviluppano cirrosi o cancro possono necessitare di un trapianto di fegato. Al 2014 nessun vaccino efficace contro l’epatite C è ancora disponibile.

Gruppi di Trattamento

Gruppo A (12 pazienti): placebo, somministrazione di una soluzione di saccarosio (10g/100 ml in acqua) secondo protocollo sperimentale 1).
Gruppo B (12 pazienti): trattamento per via orale secondo protocollo (Citexivir 25%)
Gruppo C (12 pazienti): trattamento per via orale secondo protocollo (Citexivir 50%)

Risultati
Tutti e 18 pazienti hanno completato lo studio senza alcuna violazione del protocollo sperimentale. Tutti i pazienti trattati erano infettati da HCV genotipo 1. Tutti e 36 pazienti risultavano sotto terapia farmacologica. 10 pazienti utilizzavano la terapia con interferone α e ribavirina, 20 pazienti erano trattati con boceprevir (Victrelis) e 6 pazienti con interferone α, ribavirina e telaprevir (Incivo). I dati presenti in tabella 1 mostrano Riduzione percentuale dei valori enzimatici e della viremia in pazienti affetti da epatite da HCV. I valori rappresentano la media percentuale di riduzione rispetto al controllo (gruppo A).

Conclusioni dello Studio
Dai dati sperimentali ottenuti si evince che il trattamento per via orale con Citexivir, di pazienti affetti da infezione di HCV genotipo 1, influenza marcatamente i valori di tre attività enzimatiche marker di sofferenza epatica. Inoltre viene dimostrata la bassa attendibilità della ricerca dell’anti-C100-3, come riportato da diversi autori. La presente ricerca non ha la pretesa di suggerire il trattamento riportato come terapia per la cura dell’infezione da HCV, ma i dati ottenuti potrebbero tendere verso la possibilità di somministrazione di un integratore alimentare come il Citexivir a supporto della terapia farmacologica ufficiale.

Pubblicazioni Scientifiche su Riviste Internazionali:

HCV – Epatite C2023-05-17T10:55:14+02:00

Carcinoma prostatico

2023-05-17T10:55:48+02:00

Carcinoma prostatico

E’ stata pubblicata sulla rivista Science – Cancer Research Journal la ricerca sul ruolo fondamentale degli integratori sequenziati da enzimi in pazienti oncologici affetti da carcinoma prostatico.
Correlazioni tra la somministrazione di integratori alimentari con spiccate proprietà antiossidanti e parametri clinici nei pazienti con carcinoma della prostata.

Carcinoma prostatico2023-05-17T10:55:48+02:00

Carcinoma polmonare umano

2023-05-17T10:33:29+02:00

Carcinoma polmonare umano

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA
Laboratorio di Citologia, Istologia & Oncologia Sperimentale

 Link Pub Med https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32034492

3^ Relazione del progetto:

Ricerca della potenziale azione del “Texidrofolico” sulla regressione del
tumore polmonare e valutazione sulla qualità della vita del paziente.

Introduzione:
Il Pemetrexed (LY231514, Alimta; Eli Lilly and Company, Indianapolis, IN) è un nuovo antifolato che viene metabolizzato a livello intracellulare in una forma di pentaglutammato. Viene utilizzato per il trattamento di pazienti non pretrattati con mesotelioma pleurico maligno non resecabile in combinazione con cis-platino e anche per il trattamento in monoterapia del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), localmente avanzato o metastatico dopo chemioterapia. Il Pemetrexed inibisce tre enzimi (timidilato sintasi, diidrofolato reduttasi e glicinamide ribonucleotide transferasi) coinvolti nel metabolismo dei folati e nella sintesi del DNA. La citotossicità del Pemetrexed è causata dall’inibizione di entrambe le vie pirimidinica e purinica. La dose massima tollerata, stabilita negli studi di Fase I del Pemetrexed era di 600 mg / m2 ogni 3 settimane. Questa dose è stata da noi ridotta a 500 mg / m2 ogni 3 settimane negli studi di Fase II effettuati, in particolare se usato in associazione con gli integratori oggetto di questo studio. Il razionale della sperimentazione da noi effettuata, nasce dalla pubblicazione che ha dimostrato che l’integrazione con acido folico e vitamine del gruppo B rappresenta un requisito di base per ridurre la tossicità della terapia a base di Pemetrexed . Tale dato è stato confermato dall’analisi dei dati ottenuti dagli studi multipli sulla tossicità di questo farmaco. In conclusione diverse osservazioni hanno suggerito che l’integrazione con “food-supplements”, può ridurre la tossicità e migliorare la risposta durante la chemioterapia (Scagliotti et al , 2003). Il Pemetrexed monocomponente è stato da noi saggiato in questo progetto, che ha arruolato 60 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule di fase II (NSCLC), sottoposti a chemioterapia, senza e con supplementazione di Texidrofolico, in accordo con il protocollo suggerito dalla casa produttrice.

Il carcinoma a grandi cellule è meno frequente e può crescere e diffondersi rapidamente in diverse parti del polmone.

Il Texidrofolico (Citozeatec, Italia) è un integratore alimentare che ha mostrato in studi precedenti una spiccata attività antiproliferativa. L’incorporazione dei suoi componenti nella cellula determina variazione dell’attività mitocondriale incidendo sull’attività della catena respiratoria (Progetto:”Effetti dei componenti del Citozym sulla crescita cellulare normale e neoplastica” studio metabolico in progresso).
Il “NSCLC” comprende:

  1. il carcinoma spino cellulare o a cellule squamose, con prognosi migliore, si forma dall’epitelio che riveste i bronchi di medio e grande dimensioni.
  2. L’adenocarcinoma si localizza, a livello dei bronchi di calibro minore. È il tumore polmonare più frequente, tra chi non ha mai fumato e probabilmente deriva da cicatrici da infezioni tubercolari o pleuriti.
  3. Il carcinoma a grandi cellule è meno frequente e può crescere e diffondersi rapidamente in diverse parti del polmone.

Premessa:
Gli studi svolti durante la Fase II sono generalmente studi esploratori che cercano di scoprire se il farmaco tratta la malattia o il disturbo associato al trattamento terapeutico. L’obiettivo dell’attuale studio di fase II è quello di determinare l’attività antitumorale della combinazione Pemetrexed- Texidrofolico, in un regime ambulatoriale esente da cis-platino, in pazienti soggetti a precedente chemioterapia con NSCLC localmente avanzato o metastatico. Gli endpoint preliminari sono focalizzati sulla valutazione della tossicità del trattamento, della sopravvivenza generale e libera da progressione e in particolare l’impatto sui sintomi e sulla qualità della vita del paziente. La presente relazione è focalizzata sulla determinazione della qualità della vita dei pazienti esaminati secondo il protocollo citato. Questo studio è stato condotto secondo la Dichiarazione di Helsinki e il protocollo è stato approvato da ciascun comitato di revisione istituzionale locale e dal comitato di revisione etica locale.

Risultati e Metodi:
Tutti i pazienti che hanno ricevuto una dose di solo Pemetrexed (controllo) e una miscela di Pemetrexed-Texidrofolico sono stati valutati per la tossicità e per la potenziale variazione dei sintomi tipici (anoressia, debolezza, tosse, dispnea, emottisi, dolore). Una valutazione clinica e di laboratorio è stata eseguita settimanalmente e le tossicità sono state classificate in base ai criteri di tossicità comuni. Simultaneamente, entro 3 settimane prima del ciclo iniziale, le misurazioni del tumore sono state eseguite mediante tomografia computerizzata o risonanza magnetica. Lo stesso metodo di misurazione è stato eseguito prima di ogni altro ciclo di terapia. La conferma della risposta è stata eseguita 2-3 settimane dopo la prima evidenza di risposta. I pazienti erano valutabili per la risposta se avevano un esame di riferimento e almeno un esame di follow-up e avevano ricevuto almeno un ciclo di trattamento. I risultati di questa indagine, sulla potenziale attività antitumorale, saranno oggetto di una successiva relazione.
Prima di ogni ciclo, i sintomi e i dati sulla qualità della vita sono stati raccolti con la scala del cancro del polmone (LCSS), come riportato da Hollen et al. (1994). I cambiamenti clinicamente significativi sono stati definiti come variazioni rispetto al basale, che sono state mantenute per almeno due cicli (Figura 1 e 2). In questo caso i pazienti sono stati considerati sintomatici cioè responsivi. I sintomi sono stati classificati come migliorati, peggiorati o stabili, in base al modello di cambiamento; i sintomi per i pazienti senza una valutazione di conferma sono stati classificati come sconosciuti.

Attività antitumorale:
l’attività antitumorale del solo Pemetrexed o in combinazione con il protocollo con alla base il Texidrofolico è in corso di studio. I pazienti attualmente sono sottoposti ad esami clinici che compendiano anche la risonanza magnetica ed eventualmente la tomografia computerizzata. Dai dati presentati negli istogrammi di figura 1 e 2, si può presumere che i miglioramenti della qualità della vita possano incidere anche sullo sviluppo del tumore. Al fine di poter dimostrare tale evenienza i pazienti trattati con la terapia combinata Pemetrexed-Texidrofolico, secondo il protocollo sperimentale utilizzato, saranno osservati per almeno 60 giorni e i dati ottenuti confrontati con i controlli.


Figura 1. Dati sulla qualità della vita di pazienti portatori di NSCLC a diversi stadi trattati esclusivamente con la terapia Pemetrexed per 60 giorni. Evidenti gli elementi che rendono peggiore la qualità della vita, in particolare l’emottisi (60% dei pazienti), la debolezza (60% dei pazienti) e la dispnea (50% dei pazienti).

Pemetrexed-Texidrofolico della soc.Citozeatec
Figura 2. Dati sulla qualità della vita di pazienti portatori di NSCLC a diversi stadi trattati con la terapia combinata Pemetrexed-Texidrofolico per 60 giorni . Si notano miglioramenti della qualità della vita (colonne blu), in particolare l’emottisi divenuta stabile (90% dei pazienti-colonne rosse), la debolezza, il dolore e la dispnea ridotte del 20%. I miglioramenti sono evidenti rispetto alla sola chemioterapia (riduzione delle colonne gialle).

Tabella I: valutazione della qualità della vita secondo la scala del cancro del polmone (LCSS), proposta da Hollen et al. (1994). 60 pazienti divisi in due gruppi di 30 soggetti ognuno, trattati per 60 giorni con solo Pemetrexed o con questo in combinazione con Texidrofolico in accordo con il protocollo fornito dalla casa produttrice Citozeatec (vedi allegato). 1.Anoressia; 2.Debolezza; 3.Tosse; 4.Dispnea; 5. Emottisi; 6. Dolore.

Discussione:
Poiché la maggior parte degli agenti antitumorali ha una stretta finestra terapeutica, l’ottimizzazione della possibilità che un trattamento abbia esito positivo senza causare indebiti danni al paziente è di fondamentale importanza. Le informazioni accurate sul nuovo farmaco e sul paziente diventano critiche. Interruzione dello sviluppo di un nuovo farmaco o limitazione della sua efficacia o ampio uso si verifica quando si nota o tossicità grave o mancanza di efficacia. Non è insolito che, quando un nuovo agente mostra tossicità con un’attività antitumorale limitata, si faccia poco sforzo per cercare costantemente modi per aggirare la tossicità con la possibilità di migliorare l’efficacia. La tossicità o la mancanza di efficacia potrebbero essere correlate al profilo clinico, demografico o genetico individuale di un paziente. Idealmente, l’obiettivo è ideare una strategia di dosaggio semplice e ottimale per un nuovo agente che incorpori ciò che è noto sul suo meccanismo d’azione e sulle caratteristiche del paziente. Questo paradigma è l’oggetto del presente studio. Discutiamo di come, dopo l’insorgenza di gravi problemi di sicurezza, siano stati identificati fattori predittivi di grave tossicità associati a Pemetrexed e come questi fattori abbiano portato alla formulazione di un intervento clinico per modulare la tossicità di questo agente antifolato / antitumorale migliorandone l’efficacia. I risultati di questo intervento clinico prospettico saranno oggetto di una sperimentazione successiva.

Gli antifolati rappresentano una delle classi più studiate di agenti antineoplastici, con aminopterina che inizialmente dimostrava attività clinica più di 70 anni fa (Farber et al. 1948). La conseguente inibizione del metabolismo dei folati intracellulari porta all’inibizione della crescita cellulare. Il metotrexato è stato sviluppato poco dopo e, oggi, è un componente standard di regimi chemioterapici efficaci per tumori maligni come linfoma, carcinoma mammario e tumore della testa e del collo. L’attività citotossica e la successiva efficacia degli antifolati possono essere associate a una sostanziale tossicità per alcuni pazienti. Gli antifolati, come classe, sono stati associati a una mielosoppressione grave sporadica con tossicità gastrointestinale. Sebbene non frequente, una combinazione di tali tossicità può comportare un alto rischio di mortalità. L’incapacità di controllare queste tossicità ha portato alla sospensione dello sviluppo clinico di alcuni antifolati, come CB3717, e ha complicato lo sviluppo clinico di altri, come il lometrexol e il raltitrexed. La capacità di predire quei pazienti che sono a maggior rischio di sviluppare gravi tossicità e la riduzione della stessa, rappresenterebbe un importante vantaggio nell’uso di questi agenti antitumorali.

Diverse pubblicazioni scientifiche riportano che il trattamento clinico di pazienti portatori di NSCLC con Pemetrexed integrato con acido folico e vitamina del gruppo B riduce notevolmente le tossicità associate alla chemioterapia (Scagliotti et al , 2003). I componenti del Texidrofolico compendiano l’acido folico e la vitamina B5 e B9, quindi l’uso di questo integratore alimentare come supplemento nel trattamento chemioterapico del NSCLC, potrebbe ridurre la tossicità del trattamento migliorando la qualità della vita dei pazienti. I dati sperimentali che presentiamo hanno appunto dimostrato questa ipotesi di lavoro. In particolare alcuni sintomi classici della chemioterapia sono stati ridotti drasticamente, come si evince dalla Tabella I. Il dato positivo è rappresentato dal miglioramento di circa il 20% dei sintomi Dispnea e Tosse nei pazienti trattati con terapia combinata (Tabella I A). E’ noto che l’emottìsi è l’emissione di sangue dalle vie respiratorie, solitamente attraverso un colpo di tosse.

Il dato interessante ottenuto con la terapia combinata Pemetrexed-Texidrofolico per 60 giorni, ha stabilizzato l’emottìsi nel 62% dei pazienti osservati (vedi tabella I B), migliorando del 60% la qualità della vita (vedi tabella I, C). In conclusione, abbiamo osservato una riduzione di circa il 20% dei pazienti con qualità della vita peggiorata per tutti i sintomi esaminati, con un picco del 60% per l’emottìsi (Tabella I, C).

Carcinoma polmonare umano2023-05-17T10:33:29+02:00

Carcinoma mammario

2023-05-17T10:34:08+02:00

Carcinoma mammario

PUBBLICAZIONE CITOZEATEC: CARCINOMA MAMMARIO

Citozeatec ha richiesto all’Università di Tor Vergata una ricerca ad ampio spettro sulle potenzialità dei prodotti, in particolare del Citozym.
Le sperimentazioni preliminari hanno già evidenzato interessanti risultati. Questa sezione del sito ospita tutto ciò che la ricerca andrà evidenziando riguardo agli integratori biodinamici.

Ricordiamo che le posologie NON vanno intese come terapie sostitutive ma come integrazione a terapie già in uso.

Carcinoma mammario2023-05-17T10:34:08+02:00
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