Caratteristiche generali dei modulatori fisiologici bioenergetici
Caratteristiche generali dei modulatori fisiologici bioenergetici
I modulatori fisiologici biodinamici, oggetto della presente relazione, (Citozym, Ergozym, Propulzym, Probiotic P-450), sono preparati con prodotti agricoli assolutamente non transgenici, coltivati su terreni a perfetta sanità biochimica. La rigorosità con cui si preparano le materie prime agricole nasce dal fatto che non sono minimamente ammissibili i prodotti transgenici in quanto gli stessi vengono discriminati dagli enzimi cellulari e non accettati dal metabolismo animale e umano. Riveste notevole importanza, nella coltivazione, l’assenza di diserbanti, pesticidi, fitofarmaci e altri prodotti di sintesi in quanto questi prodotti rilasciano veleni di difficile eliminazione e in netto contrasto con le proteine che si devono produrre.
Per quanto sopra specificato i prodotti biodinamici (denominati modulatori fisiologici) sono derivati da una coordinata attività di processi biochimici su materie prime vegetali rigorosamente biologiche, ottenendo una serie di biomolecole perfettamente coniugate secondo i principi della biochimica umana. Sono pertanto una felice combinazione di pacchetti energetici (ATP-NAD-FAD) in grado di interagire nei processi duplicativi delle cellule, possiedono una gamma di proteine in grado di modulare, partecipando in forma diretta, la sintesi delle proteine promosse sia nella replicazione del DNA che nelle eventuali fasi di correzione degli errori di trascrizione.
Essendo la produzione di questi prodotti effettuata secondo i canoni della biochimica relativa ai vari cicli vitali (ciclo di Krebs, degli acidi grassi, dell’urea, ecc.) si arriva alla costruzione dei “codoni” di amminoacidi e di tutti i componenti energetici necessari ad implementare tali cicli.
Accanto alle proteine di base, amminoacidi e coenzimi, questi prodotti contengono anche le attività di controllo genomico del DNA cellulare, perciò sono in grado di riconoscere anomalie cellulari, siano esse derivate dalla mutazione genetica portata da una errata trascrizione o da una modifica fisiologica operata da virus e retrovirus. La loro azione si esplica pertanto a livello genetico e pur essendo specifica non è distruttiva in quanto le proteine corrette non vengono eliminate ma ricomposte secondo lo schema della fisiologia cellulare sana.
Meccanismi di trasduzione dei segnali.
Si fa riferimento alle mutazioni del gene ras, un proto-oncogene localizzato sul versante interno della membrana plasmatica del cromosoma 12p13; come la maggior parte degli oncogeni che codificano per proteine importanti nel controllo della crescita cellulare, il ras codifica per una proteina associata alle membrane con attività intrinseca del tipo guanosina trifosfato (GTPasi). La mutazione di ras è riscontrata a livelo del codone 12 e coinvolge frequentemente la transizione di una seconda base di guanina ad adenosina (GGTGAT) che altera la capacità intrinseca della GTPasi ad idrolizzare il GTP a GDP. Le proteine ras sono essenziali per la trasduzione dei segnali promuoventi la crescita dei recettori tirosin chinasi delle superficie cellulare alle vie metaboliche intracellulari coinvolte nella differenziazione e nelle proliferazione: pertanto, l’attivazione della ras determina una crescita cellulare incontrollata.
Modello di attivazione del gene ras
Citozym, in associacione a Ergozym, interviene sulla mutazione ras eliminando la transizione di seconda fase (GGT -> GAT) e ripristinando, di conseguenza, la capacità della GTPasi ad idrolizzare il GTP a GDP.
L’oncogene ras rappresenta il miglior esempio di attivazione da mutazione puntiforme; le mutazioni identificate riducono tutte drammaticamente l’attività GTPasica delle proteine ras e la maggior parte di esse coinvolge il codone 12.
Un elevato numero di tumori umani porta mutazioni del ras; ad esempio, il 90% degli adenocarcinomi pancreatici e dei colangiocarcinomi è caratterizzata dalla presenza di mutazioni puntiformi di ras, come pure il 50% dei carcinomi del colon, dell’endometrio e della tiroide, il 30% degli adenocarcinomi del polmone e delle leucemie mieloidi. Sebbene le mutazioni ras siano molto comuni, la loro presenza non è essenziale per il processo di cancerogenesi; la cancerogenesi può avvenire atraverso diverse vie e, tra esse, quelle della mutazione del ras.
Molecole che regolano la trascrizione nucleare ed il ciclo cellulare.
I geni oncosoppressori qui trattati (Rb, , p53, p16 e WT-1) sono localizzati all’interno del nucleo; questi geni in associazione al ras contribuiscono tutti assieme con vari segnali di controllo del ciclo cellulare, cioè fanno parte del sistema di controllo per il passaggio delle cellule attraverso le fasi del ciclo cellulare.
Il gene Rb; Quando le cellule quiescenti vengono stimolate da fattori di crescita, la concentrazione di cicline D ed E si innalza e la conseguente attivazione dei complessi ciclina D/CDK4, D/CDK6 e E/CDK2 portano alla fosforilazione di pRb; la forma ipoerfosforilata di pRb rilascia i fattori di trascrizione E2F, i quali formano degli eterodimeri con la famiglia di proteine DP ed attivano la trascrizione di diversi geni bersaglio. I dati più recenti sulla biochimica di queste attività suggeriscono che il complesso pRb-E2F si leghi attivamente al DNA e inibisca la trascrizione dei geni che controllano la fase S; risulta chiaro che lo stato di fosforilazione di pRb rappresenta un elemento critico per la progressione del ciclo cellulare.
Il gene oncosoppressore p53, localizzato sul braccio corto (p) del cromosoma 17, è probabilmente il gene più alterato nelle neoplasie maligne dell’uomo; la proteina p53 è un fattore trascrizionale (fosfoproteina) che agisce principalmente al passaggio G1 -> S per regolare la crescita cellulare e l’apoptosi mediante l’attivazione dei geni come il p21/WAF1/CIP1 e Bax. L’arresto del ciclo cellulare avviene nella fase G1 tardiva ed è causato dalla trascrizione, mediata da p53 e dell’inibitore delle CDK p21 inibendo in questo modo la fosforilazione di pRb necessaria alla progressione della cellula nella fase S. P53 interviene direttamente in questo processo inducendo la trascrizione di GADD45 (Growth Arrest and DNA Damage), una proteina coinvolta nei processi di riparazione del DNA; se il danno viene riparato con successo, p53 attiva un gene chiamato mdm2, il cui prodotto si lega a sua volta a p53 e lo inattiva, sbloccando in questo modo il ciclo cellulare. Se invece il danno al DNA non può essere riparato in maniera soddisfacente, la p53 induce i geni dell’apoptosi: i geni bax e IGF-BP3 che stanno sotto il controllo di p53 e che eseguono l’ordine di morte che parte da esso.
Riassumendo, p53 è in grado di riconoscere il danno al DNA e di contribuire alla sua riparazione bloccando le cellule in G1 ed attivando geni specifici; una cellula che abbia subito un danno al DNA che non può essere riparata è indirizzata da p53 all’apoptosi. Tenendo conto di queste sue funzioni, nel caso in cui si abbia una perdita omozigote di p53, il danno al DNA non viene riparato e le mutazioni permangono nelle cellule che, continuando a dividersi, iniziano un percorso destinato alla trasformazione maligna. Il gene p16, localizzato sul cromosoma 9p21, codifica per una proteina che lega la chinasi-4-ciclina-dipendente (CDK4), prevenendo la sua interazione con la ciclina D e quindi la formazione del complesso CDK4/D1 interrompendo quindi una via vitale dell’inibizione della crescita cellulare. Il gene WT-1, localizzato sul cromosoma 11p13 è associato allo sviluppo del tumore di Willis; la proteina WT-1 è un regolatore della trascrizione che probabilmente inibisce la trascrizione di geni che promuovono la crescita cellulare. Gli altri meccanismi che regolano la proliferazione cellulare sono:
- Nelle cellule che sviluppano mutazioni di p16, ciclina D o CDK4, la funzione del gene Rb è altrata anche se il gene Rb non è di per sé mutato.
- La TGF-β inibisce la proliferazione cellulare e questo effetto è indotto, almeno in parte, dall’attivazione degli inibitori delle CDK p27 e p15; il TGF-β costituisce un’ampia famiglia di polipeptidi ad attività mitotica che determinano una vasta serie di fenomeni biologici come la stimolazione della crescita cellulare e della differenziazione, l’angiogenesi, l’invasione cellulare, la costituzione della mattrice extracellulare e la regolazione delle funzioni immunitarie. I TGF-β agiscono mediante legame con un recettore di superficie ad attività chinasica di tipo serina-treonina, che interagiscono con le SMAD costituendo dei complessi che, entrati nel nucleo, agiscono come attivatori della trascizione.
- Le proteine trasformanti di diversi virus oncogeni a DNA animali ed umani sembrano agire, in parte, neutralizzando l’attività di inibizione della crescita esercitata da pRb; pertanto la proteina pRb diviene funzionalmente deleta, essendo incapace di legare i fattori di trascrizione E2F, che a loro volta sono liberi di guidare la progressione della cellula nel ciclo cellulare.
- Altre alterazioni sono state riscontrate a carico del gene per la suscettibilità al carcinoma mammario chiamato BRCA2.
Il destino finale di tutti i segnali, siano essi positivi che negativi, è quello di arrivare al nucleo dove si decie se la cellula si deve dividere o no; in contrasto con l’oncogene ras che aumenta la sua funzione in seguito ad una mutazione attivante, i geni oncosopressori contribuiscono al processo di cancerizzazione mediante la loro inattivazione.
In relazione al disegno riportato si evince che:
- La forma ipofosforilata di pRb previene l’attivazione dei geni che rispondono ai fattori E2F mediante un vero e proprio sequestro delle proteine E2F; dai più recenti dati risulta che il complesso pRb-E2f si lega attivamente al DNA ed inibisca la trascrizione dei geni che controllano la fase S; da ciò risulta chiaro che lo stato di fosforilazione du pRb rappresenta un elemento critico per la progressione del ciclo cellulare.
- Se la capacità di regolare i fattori di trascrizione della famiglia E2F è alterata per mutazioni di pRb, i freni che agiscono sul ciclo cellulare vengono rilasciati e la cellula progredisce verso la fase S.
- Mutazioni a carico di altri geni che controllano la fosforilazione di pRb possono mimare l’effetto della perdita di pRb, così le mutazioni che attivano la ciclina D o la CDK4 favoriscono la proliferazione cellulare facilitando la fosforilazione di pRb.
- Anche le mutazioni che inattivano inibitori della CDK possono produrre l’entrata in ciclo delle cellula per una indiretta attivazione delle cicline e delle CDK; uno di questi inibitori, codificato dal gene p16 è un bersaglio estremamente comune di delezioni o mutazioni inattivanti che si verificano nei tumori umani.
Un’altra importante considerazione sulla proliferazione neoplastica è che l’attivazione trascrizionale dei geni controllati da p53, quali p21, GADD45 e bax, è di fondamentale importanza per il normale funzionamento del gene p53 stesso.
Angiogenesi dei tumori
L’angiogenesi rappresenta un elemento indispensabile non solo per la continua crescita tumorale, ma anche per la formazione delle metastasi in quanto, senza accesso al sistema vascolare, le cellule tumorali non possono crescere oltre 1-2 mm. Dati clinici sperimentali indicano che nella fase iniziale della crescita tumorale non si ha angiogenesi; i tumori rimangono in situ senza sviluppare nessun suporto vascolare per mesi o anni per poi acquisire, probabilmente per effetto di continue mutazioni genetiche, il fenomeno angiogenetico. Le basi molecolari di questa conversione non sono completamente chiare, ma potrebbero comprendere una aumentata produzione di attori angiogenetici o una perdita di inibitori dell’amgiogenesi. Il gene p53 sembra inibire l’algiogenesi inducendo la sintesi della molecola antiangiogenetica trombospondina-1; a segito dell’inattivazione di p53 conseguente all’acquisizione di mutazioni su entrambi gli alleli i livelli di trombospondina-1 crollano drasticamente, spostando il bilancio a favore dei fattori angiogenetici.
Specificità dei preparati biodinamici Citozeatec
I prodotti di base sono quattro: Citozym, Ergozym, Propulzym Probiotic P-450
Citozym
Quando un danno genetico si affaccia, soprattutto a livello cellulare, si hanno delle trasformazioni che possono cambiare l’insieme delle sequenze amminoacidiche e questi cambiamenti di solito hanno dei nomi e degli effetti spiacevoli: invecchiamento accelerato, insorgenza di condizioni che riducono le risposte immunitarie e fenomeni ascrivibili ad alcune classi di tumori.
Poiché ogni anomalia è la conseguenza di una caduta di energia in quel particolare settore, occorrerebbe intervenire fino a ridosso dei cromosomi mettendo a disposizione tutta una serie di amminoacidi, di precursori enzimatici che danno una spinta alla riattivazione a quelle distonie biologiche siano esse casuali che ereditarie.
Nello stesso modo, quando una proteina di trasporto transmembrana perde la sua capacità di trasporto, occorerebbe mettere a disposizione un patrimonio energetico e proteico che faciliti il riconoscimento dei peptidi prodotti dalla digestione di proteine estranee.
È necessario, pertanto, per correggere un’anomalia, potenziare notevolmente le capacità, per qualche causa indebolite, di naturale riparazione o di modifica di una cellula da parte del sistema (lisosomi, macrofagi, istoni, ecc.), solo così il tumore verrebbe metabolizzato e recuperato nei suoi aminoacidi. È lecito anche affermare che, in luogo di farmaci sintetici, occorre disporre di una combinazione di proteine in grado di interagire nei processi duplicativi delle cellule, le stesse dovrebbero possedere una gamma di apo- e co-enzimi in grado di modulare, partecipando in forma diretta, la sintesi delle proteine promosse sia nella replicazione del DNA che nelle eventuali fasi di correzione degli errori di trascrizione.
Citozym fornisce amminoacidi per la codificazione proteine per il ripiegamento delle immunoglobuline e mediare i processi di riconoscimento cellula-cellula. Citozym fornisce, inoltre, un patrimonio biochimico necessario alle proteine di controllo delle proteine di adesione non allontanate per difetti al gruppo ε-amminico dei residui di lisina che non sono in grado di reagire con la proteina ubiquitina.
Si deve ancora dire che occorre intervenire fino a ridosso dei cromosomi riattivando quelle distonie biologiche casuali o ereditarie: è necessario quindi disporre di una proteina transmembrana simile agli anticorpi, che contiene regioni variabili e costanti, riconoscendo peptidi prodotti dalla digestione di proteine estranee.
Per raggiungere gli scopi prefissi è necessario attivare una proteina che possa essere configurate nell’mRNA al fine di intervenire direttamente apportando patrimonio proteico utile alla ricostruzione cellulare e alla trascrizione del DNA genomico.
Questa serie di proteine devono essere in grado di donare fattori energetici sotto forma di gruppi fosforilati ad alta energia, questi gruppi permetterebbero il riassorbimento di energia in cellule debilitate e compromesse da una anomalia, qualunque essa sia.
Ergozym
in associazione a Citozym interviene sugli introni apportando materiale genetico utile alla correzione delle anomalie di trascrizione genomica. Analogamente alle proteine di trascrizione del DNA che scorrono sulle proteine di membrana, Ergozym fornisce un patrimonio che attiva questi trasporti, siano essi portati dalle pompe sodio-potassio o potassio-calcio, o in quelle adibite al trasporto delle proteine transmembrana.
La particolarità più spiccata di queste proteine si manifesta quando si rende necessario l’intervento di ricodificazione di qualche cromosoma alterato. In altre parole occorre un patrimonio biochimico di amminoacidi del DNA, per collaborare e rafforzare direttamente la stessa ricodificazione annullando quegli errori che sono la causa principale di una disfunzione omeostatica, intervenrndo sugli introni apportando materiale genetico utile alla correzione delle anomalie di trascrizione genomica. La particolarità più spiccata di Ergozym è quella di ricodificare, grazie alla sua configurazione amminoacidica, i cromosomi alterati delle neoplasie e quindi intervenire direttamente annullando gli errori che sono la causa principale delle malattie oncologiche.
Propulzym:
si tratta di una particolare miscela di aminoacidi a corta catena che vengono utilizzati per il bilanciamento energetico coprendo le eventuali altre carenze biochimiche non sono coperte dai primi due prodotti. Data la loro elevata capacità di penetrazione, questi aminoacidi raggiungono velocemente siti di bassa vascolarizzazione, quali i tessuti tumorali.
Un effetto non certamente secondario di Propulzym è la capacità di intervenire sulla stabilità del pH e sulla peristalsi intestinale, apportando un considerevole aiuto all’assimilazione dei cibi e alla evacuazione dei cataboliti intestinali. La sua attività, sempre in sintonia con Citozym ed Ergozym apporta memoria utile per il controllo del colesterolo.
Probiotic P-450:
13 miliardi per dose di microorganismi probiotici vivi, integri e attivi, associati a prebiotici e vitamine essenziali al processo di ricolonizzazione intestinale. Grazie alla tecnologia-Citozeatec una matrice biodinamica appositamente studiata consente:
1. protezione efficace delle cellule probiotiche durante il transito in ambiente acido gastrico e liberazione nell’intestino in condizioni vitali;
2. interazione ubiquitaria a livello gastroenterico ed epatico con la componente P- 450 dei citocromi, finalizzata a normalizzazione della peristalsi.
L’effetto principale della assunzione di Probiotic P-450 nei pazienti oncologici e nelle prevenzione primaria e secondaria di patologie tumorali, sempre in associazione con Citozym, Ergozym e Propulzym nei protocolli specifici, è la ricolonizzazione efficace dell’intestino, la cui compromissione probiotica quanto- qualitativa, oltre a portare a disturbi diretti, è responsabile di molte co-morbidità associate alle malattie tumorali.