IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N° 3 – CARCINOMA EPATOCELLULARE

IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N°3
CARCINOMA EPATOCELLULARE
PREVENIRE L’ENZIMOPATIA

Dagli studi di Pasquale Ferorelli l’enzimopatia rappresenta una delle cause più devastanti di ogni essere vivente, intervenire sugli enzimi è possibile.

• https://www.pasqualeferorelli.it/images2/documenti_ricerche/CARCINOMA-EPATICO/CARCINOMA%20EPATICO-UNIROMA2.pdf

• https://www.pasqualeferorelli.it/images2/documenti_ricerche/CARCINOMA-EPATICO/PUBBLICAZIONE_CARCINOMA_EPATICO.pdf

• https://www.pasqualeferorelli.it/images2/001_PROTOCOLLI/CARCINOMA-EPATICO.pdf

Le proteine rappresentano le macromolecole biologiche più importanti all’interno dell’ambiente cellulare. Tra queste, alcune sono estremamente preziose per i compiti che svolgono, gli enzimi, operai instancabili della cellula che portano avanti tutti metabolismi necessari perché un organismo possa crescere, riprodursi e trasmettere il suo DNA alle generazioni successive. Mutazioni che coinvolgono gli amminoacidi che compongono queste proteine sono all’origine di anomalie strutturali e interferiscono con la funzione enzimatica. Analogamente, metalli pesanti, OGM, diversi composti chimici, sono da considerarsi la causa all’origine di una severa alterazione enzimatica, che induce una cellula sana a trasformarsi in una tumorale.

Come sostiene da moltissimo tempo Pasquale Ferorelli, il cancro ha origine dall’enzimopatia diffusa all’interno delle cellule che, spesso senza neppure una sintomatologia evidente, appaiono così inadatte a rispondere agli attacchi esterni (patogeni come virus e batter, inquinanti chimici, radiazioni) e subiscono una trasformazione neoplastica.
A conferma di quanto sostiene Pasquale Ferorelli, molti studi universitari indipendenti hanno dimostrato la qualità dei prodotti Citozeatec nel contrastare l’enzimopatia, ristabilendo la funzionalità metabolica cellulare e inducendo risposte su più fronti (incluso il cancro) e migliorando lo stato di salute dei pazienti.
Alcune ricerche condotte presso l’Università di Roma Tor Vergata, ad esempio, hanno fatto emergere il prezioso contributo della Terapia Complementare Enzimatica (TCE) e degli Integratori Alimentari Biodinamici (IAB) di cui fa uso; studi nell’ambito di organo coltura epatica, hanno evidenziato l’azione antineoplastica del Citozym su biopsie epatiche ottenute dall’ablazione chirurgica di un carcinoma cellulare (HCC) di stadio IIIC (T3-N1-M0, AJCC). In tale circostanza, è stata documentata una marcata azione antiossidante (ROS Activity) ma, in particolar modo, una riduzione della massa tumorale fino al 37,5%, pur in assenza di danno cellulare (valori di LDH rilasciato nella norma).
L’Enzimologia clinica, cioè la necessità di intervenire nella causa principale delle patologie, trova conferma da studi come questo: le reazioni biologiche intracellulari sono esclusivamente quelle per le quali sono presenti e attivi enzimi appropriati e le sole molecole capaci di svolgere un’azione di contenimento sono gli Integratori Alimentari Biodinamici Citozeatec, frutto della ricerca coordinata da Pasquale Ferorelli. Questi prodotti stanno aprendo una nuova e rivoluzionaria via, fra farmaci ed integratori tradizionali, attiva in termini di modulazione metabolica e dai risultati clinici sorprendenti in svariate patologie oncologiche, cardiovascolari e neurodegenerative.

Patologia cellulare: danno cellulare e morte cellulare
Virtualmente, tutte le forme di danno d’organo cominciano con alterazioni molecolari o strutturali all’interno della cellula.
La cellula normale è limitata ad un ambito piuttosto ristretto di strutture e funzioni dei programmi genetici che regolano il suo metabolismo, il suo differenziamento e la sua specializzazione, dai rapporti con le cellule vicine, oltre che alla disponibilità dei substrati metabolici.
Adattamento, danno reversibile e morte possono essere considerate fasi di un progressivo deterioramento della normale funzione e struttura cellulare

La morte cellulare è la conseguenza estrema di un danno cellulare e può riguardare cellule di ogni tipo ed è la conseguenza principale di ogni tipo di ischemia, infezioni, tossine e reazioni immunitarie; inoltre è un evento critico durante l’embriogenesi normale, ed è la finalità delle terapie radio e chemio del cancro.
Nelle radio e chemioterapie va sottolineato che queste applicazioni sono sicuramente letali per le cellule sane ma presentano molti dubbi sulla possibilità benefica sulle neoplasie.

Esistono due principali modalità di morte cellulare: necrosi e apoptosi.
• Necrosi o necrosi coagulativa: si verifica in seguito a stimoli esogeni, come l’ischemia o il danno da agenti chimici.
• Apoptosi: si verifica quando una cellula muore mediante attivazione di un programma di suicidio controllato dall’interno e ha la funzione di eliminare cellule inutili durante l’embriogenesi e in altri processi fisiologici.

Esistono altri tipi di alterazione morfologiche cellulari:
1. alterazioni subcellulari, che si verificano solitamente in risposta a stimoli cronici o sub-letali.
2. accumulo intracellulare, di numerose sostanze (proteine, lipidi, carboidrati) che si verificano in gran parte come risultato di alterazioni metaboliche cellulari.
3. calcificazione patologica: una conseguenza comune di danno cellulare e tissutale.
4. invecchiamento cellulare.

Cause di danno cellulare
• Mancanza di ossigeno
• agenti fisici (traumi meccanici, energia elettrica, radiazioni)
• agenti chimici e farmaci
• agenti infettivi
• reazioni immunologiche
• alterazioni genetiche
• squilibri nutrizionali

Danno cellulare e necrosi
La risposta cellulare a stimoli dannosi dipende dal tipo di danno, dalla sua durata e gravità; la conseguenza del danno cellulare dipendono dal tipo di danno, dallo stato di adattabilità della cellula danneggiata.
Lo stato normale nutrizionale della cellula e le sue necessità metaboliche sono importanti nel determinare la risposta del danno; sono stati individuati 4 sistemi intracellulari particolarmente vulnerabili:
1. il mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari da cui dipende l’omeostasi ionica della cellula e dei suoi organuli
2. la respirazione aerobica che coinvolge la fosforilazione ossidativa mitocondriale e la produzione di ATP
3. la sintesi proteica
4. la conservazione dell’integrità dell’apparato genetico della cellula

Quattro condizioni non assolutamente rispettate dalle radio e chemio terapie

Struttura dei vasi sanguiferi
Tutto il sistema vascolare sanguifero, dai vasi più piccoli fino al cuore compreso, possiede una componente strutturale comune rappresentata da un rivestimento continuo a superficie interna liscia, formata da un solo strato di cellule endoteliali.
Nei vasi a calibro maggiore il rivestimento endoteliale interno è circondato da altre tonache di tessuto muscolare liscio e di tessuto connettivo organizzati in stratificazioni concentriche; queste, procedendo dall’interno verso l’esterno, sono: la tonaca intima, la tonaca media e la tonaca avventizia.

Endotelio
Le superfici di tutti i vasi sanguiferi sono rivestite da endotelio, rappresentato da uno strato di cellule appiattite: le cellule endoteliali. All’interno del citoplasma di queste cellule ci sono granuli sparsi, che comprendono piccole quantità di reticolo endoplasmatico rugoso e liscio, alcuni ribosomi liberi, mitocondri e una coppia di centrioli.
Le cellule endoteliali sono collegate fra loro lateralmente mediante giunzioni occludenti (serrate) che possono formare barriere di penetrazione (zonule occludenti), con cellule strettamente affiancate, o, in alcuni casi, un rivestimento discontinuo con sporadiche zone di contatto (macule occludenti), che presenta fessurazioni intercellulari.
Le cellule endoteliali sono anche collegate fra loro e spesso con altre cellule extravascolari, così come lo sono, mediante giunzioni desmoniali, con cellule muscolari lisce; se vengono danneggiate le superfici endoteliali dei vasi, ha luogo la coagulazione a causa di interazione dei meccanismi omeostatici, mediati dal plasma, con i tessuti sottostanti, in particolare con il collagene e anche a causa delle sostanze rilasciate dalle stesse cellule endoteliali danneggiate.
Tali eventi sono indubbiamente vantaggiosi nel limitare la perdita di sangue da soluzioni di continuità dei vasi, ma giocano anche un ruolo chiave nelle trombosi associate a patologie arteriose, specialmente ai danni da ateroma e da ipertensione.

Arteriopatia periferica (Vasculopatia periferica)
L’arteriopatia periferica è l’aterosclerosi delle estremità (a carico degli arti inferiori) che causa ischemia. La malattia arteriosa periferica lieve o moderata può essere asintomatica; quella grave può causare dolore a riposo con atrofia cutanea, perdita dei peli, cianosi, ulcere ischemiche, fino alla gangrena. Tale malattia arteriosa periferica grave, di solito, richiede l’angioplastica o il bypass chirurgico e può essere necessaria l’amputazione. La prognosi è generalmente buona con il trattamento, malgrado il tasso di mortalità sia relativamente elevato per la frequente coesistenza di coronaropatia o di malattia cerebrovascolare.
I fattori di rischio sono identici a quelli dell’aterosclerosi: età, ipertensione, diabete, dislipidemia, obesità, fumo di sigaretta.