IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N° 2 – ARTERIOPATIA PERIFERICA
IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ENZIMI N°2
ARTERIOPATIA PERIFERICA
PREVENIRE L’ENZIMOPATIA
Dagli studi di Pasquale Ferorelli l’enzimopatia rappresenta una delle cause più devastanti di ogni essere vivente, intervenire sugli enzimi è possibile.
L’arteriopatia e molte altre tematiche sono state affrontate da Pasquale Ferorelli, insieme con medici specialisti austriaci, nel 5° Workshop Internazionale (Vienna, 17-18-19 Maggio 2019).
Scopo del convegno è stato quello di approfondire l’importanza degli enzimi come molecole proteiche essenziali per la vita, coinvolte in tutte le reazioni biochimiche cellulari e unità funzionali del metabolismo. Durante il Convegno, inoltre, a conferma di quanto sostiene Pasquale Ferorelli, è stata chiarita l’importanza clinica degli Integratori Alimentari Biodinamici (IAB) Citozeatec nella Terapia Complementare Enzimatica (TCE), il nuovo paradigma di ogni strategia medica e del suo ruolo attivo nel contrastare l’enzimopatia, non attraverso una disponibilità e somministrazione di cofattori energetici ma mediante una gestione attenta dell’energia cellulare che, solo modulando gli enzimi, è possibile ottenere.
L’intervento conclusivo di Pasquale Ferorelli, come estrema sintesi di tutto il lavoro svolto in 3 giorni di convegno, offre moltissimi spunti di riflessione e comprensione e riguarda la questione energetica (termodinamica) delle cellule e sul modo in cui gli enzimi modulati riducano la tendenza verso l’entropia:
LE RICERCHE CITOZEATEC, IN COLLABORAZIONE CON UNIVERSITÀ ITALIANE ED EUROPEE, PUBBLICATE SU RIVISTE SCIENTIFICHE INTERNAZIONALI, SONO A DISPOSIZIONE DI TUTTI:
https://www.citozeatec.it/studi-citozeatec/2017-02-14-14-22-57.html
IL PROTOCOLLO COMPLEMENTARE BIODINAMICO È DISPONIBILE PER TUTTI:
https://www.pasqualeferorelli.it/images2/001_PROTOCOLLI/ARTERIOPATIE.pdf
I sistemi circolatori più sviluppati sono il sistema vascolare sanguifero, costituito dai vasi sanguiferi nei quali circola il sangue e il sistema linfatico formato dai linfonodi e da vasi che conducono la linfa; questa definizione include anche le placche e i noduli isolati di tessuto linfoide, la milza e il timo e le altre vie utilizzate in un più ampio processo di formazione e disseminazione dei linfociti.
La contrazione del cuore spinge il sangue, tramite il complesso dei vasi sanguiferi, verso tutti i tessuti dell’organismo.
Il sangue dal cuore passa ad una serie di tubi di calibro relativamente grossa, le arterie, che si ramificano e si suddividono ripetutamente fino a formare piccoli vasi, le arteriole di vario calibro, che a loro volta si dividono ripetutamente formando, alla fine, una rete a strette maglie di vasi microscopici i quali entrano in intimo rapporto con i tessuti. Questi ultimi possono avere struttura diversa e sono detti capillari o sinusoidi, a seconda delle loro caratteristiche strutturali e funzionali; il sangue che ha circolato in questi vasi passa in piccole venule che ripetutamente si uniscono fra di loro a formare un sistema di tubi di calibro maggiore, le vene, che riportano il sangue al cuore.
Struttura dei vasi sanguiferi
Tutto il sistema vascolare sanguifero, dai vasi più piccoli fino al cuore compreso, possiede una componente strutturale comune rappresentata da un rivestimento continuo a superficie interna liscia, formata da un solo strato di cellule endoteliali.
Nei vasi a calibro maggiore il rivestimento endoteliale interno è circondato da altre tonache di tessuto muscolare liscio e di tessuto connettivo organizzati in stratificazioni concentriche; queste, procedendo dall’interno verso l’esterno, sono: la tonaca intima, la tonaca media e la tonaca avventizia.
Endotelio
Le superfici di tutti i vasi sanguiferi sono rivestite da endotelio, rappresentato da uno strato di cellule appiattite: le cellule endoteliali. All’interno del citoplasma di queste cellule ci sono granuli sparsi, che comprendono piccole quantità di reticolo endoplasmatico rugoso e liscio, alcuni ribosomi liberi, mitocondri e una coppia di centrioli.
Le cellule endoteliali sono collegate fra loro lateralmente mediante giunzioni occludenti (serrate) che possono formare barriere di penetrazione (zonule occludenti), con cellule strettamente affiancate, o, in alcuni casi, un rivestimento discontinuo con sporadiche zone di contatto (macule occludenti), che presenta fessurazioni intercellulari.
Le cellule endoteliali sono anche collegate fra loro e spesso con altre cellule extravascolari, così come lo sono, mediante giunzioni desmoniali, con cellule muscolari lisce; se vengono danneggiate le superfici endoteliali dei vasi, ha luogo la coagulazione a causa di interazione dei meccanismi omeostatici, mediati dal plasma, con i tessuti sottostanti, in particolare con il collagene e anche a causa delle sostanze rilasciate dalle stesse cellule endoteliali danneggiate.
Tali eventi sono indubbiamente vantaggiosi nel limitare la perdita di sangue da soluzioni di continuità dei vasi, ma giocano anche un ruolo chiave nelle trombosi associate a patologie arteriose, specialmente ai danni da ateroma e da ipertensione.
Arteriopatia periferica (Vasculopatia periferica)
L’arteriopatia periferica è l’aterosclerosi delle estremità (a carico degli arti inferiori) che causa ischemia. La malattia arteriosa periferica lieve o moderata può essere asintomatica; quella grave può causare dolore a riposo con atrofia cutanea, perdita dei peli, cianosi, ulcere ischemiche, fino alla gangrena. Tale malattia arteriosa periferica grave, di solito, richiede l’angioplastica o il bypass chirurgico e può essere necessaria l’amputazione. La prognosi è generalmente buona con il trattamento, malgrado il tasso di mortalità sia relativamente elevato per la frequente coesistenza di coronaropatia o di malattia cerebrovascolare.
I fattori di rischio sono identici a quelli dell’aterosclerosi: età, ipertensione, diabete, dislipidemia, obesità, fumo di sigaretta.